Gela. Con l’investimento della base gas di Eni a forte rischio, in attesa della proroga Via e del parere regionale, anche i confindustriali abbandonano la strategia d’attesa. L’attuale reggente di Sicindustria Caltanissetta, l’imprenditore Gianfranco Caccamo, critica soprattutto la politica locale, senza dimenticare quanto sta accadendo a Roma. “L’investimento sulla base gas di Eni a Gela è fermo a causa della mancata proroga della Valutazione di impatto ambientale – dice – e questo non è che l’ultimo dei colpi inferti ad un territorio che sta lentamente morendo nella distrazione generale della politica”. L’affondo degli imprenditori di Confindustria è più che chiaro. I ritardi e i dubbi sugli investimenti sarebbero da addebitare a strategie di programmazione inesistenti. “La politica nazionale – continua Caccamo – è affaccendata su temi che nulla hanno a che vedere con questioni come lavoro, crescita, produzione e formazione e, intanto, i giorni passano e un’azienda come Eni attende da mesi la proroga della Via per poter proseguire la parte più consistente degli investimenti previsti nel protocollo d’intesa di cinque anni fa con il rischio che, se questa proroga non dovesse arrivare entro ottobre, la base potrebbe non essere realizzata con le conseguenze immaginabili sia per il diretto di Eni sia per l’indotto”. Gli imprenditori non stanno apprezzando neanche le mosse dell’attuale giunta. “Da quando si è insediato il nuovo governo della città abbiamo aspettato che questo gruppo dirigente programmasse e ridisegnasse quanto annunciato in campagna elettorale. Invece, abbiamo assistito a un continuo rincorrere le emergenze senza alcuna programmazione e con una chiusura a tutte le forze sindacali e datoriali, attori primari dello sviluppo – dice ancora – noi, come Sicindustria, ribadiamo il nostro ruolo di associazione autonoma, apartitica e a-governativa, capace di giudicare i progetti di una forza o gruppo politico senza mai affidare una delega generale in bianco. In questo caso, però, non possiamo che annotare l’assenza di riferimenti politici autorevoli a livello locale, regionale e nazionale. La nostra associazione sta lavorando per riorganizzarsi, tra mille difficoltà, ma occorre poter contare su forze
politiche capaci di costruire un percorso di crescita virtuoso traguardando ai prossimi cinque, dieci, venti anni e non invece soltanto a quello che succederà al massimo nell’arco di una settimana. Questo serve a tutti, ma ancor di più a un territorio come il nostro caratterizzato da continue contrapposizioni e da un’economia ormai troppo fragile per continuare a subire i contraccolpi di una politica troppo distratta, rancorosa e affamata di vendette personali, trascurando il bene supremo della collettività”.
Nel fine settimana, sindacati e giunta hanno nuovamente scritto al governo nazionale e alle istituzioni coinvolte per tentare di ottenere il riavvio del tavolo di confronto sugli sviluppi del protocollo di intesa di cinque anni fa. Caccamo chiede la massima collaborazione. “Mettiamoci tutti intorno ad un tavolo per discutere concretamente di programmazione, sviluppo e lavoro – conclude – è necessario fare fronte comune per rilanciare il territorio e occorre farlo senza ulteriori indugi”. Sicindustria nissena chiama tutti a precise responsabilità e lo fa con Caccamo, al quale è stato affidato il compito di far ripartire l’associazione datoriale, dopo le inchieste sul cosiddetto “sistema Montante”.