Roma. ”Le antenne Muos non rappresentato un rischio per la salute“. L’Istituto Superiore di Sanità sancisce che le antenne Muos, Mobile user objectiv system, del sistema di comunicazione satellitare che gli americani stanno installando a Niscemi, in Sicilia, non sono pericolose.
Le preoccupazioni degli attivisti No Muos, che si oppongono alla costruzione di questo sistema di comunicazione ad altissima frequenza, composto da quattro satelliti in orbita e quattro antenne a terra di cui una proprio in Sicilia, sembrano essere prive di fondamento.
Secondo le misure dell’Ispra le antenne americane in Sicilia “rispettano in larga misura tutti i limiti previsti dalla legislazione italiana in materia di protezione della salute umana dai campi elettromagnetici”.
Una dura stoccata al comitato del ”No Muos” che metteva i rischi della salute all’apice delle controindicazioni per la costruzione delle antenne da parte della base siciliana degli Stati uniti. Il rapporto dell’Ispra presentato dall’Iss mostra che le preoccupazioni degli attivisti, preoccupazioni condivise dal Tar di Palermo che ne aveva ordinato la sospensione della costruzione, sono infondate.
Il ministero della Difesa ora dovrà far riprendere i lavori, che erano stati fermati dalla sentenza del Tar, e intanto restano bloccati, ma secondo lo studio ”non sono prevedibili rischi dovuti agli effetti noti dei campi elettromagnetici” e ”anche nell’ipotesi, poco probabile, di un puntamento delle antenne paraboliche a livello del terreno, o comunque nelle direzioni di persone che potrebbero essere esposte al fascio principale, si ritiene che tali rischi possano essere considerati del tutto trascurabili”.
L’analisi dell’ Ispra contenuta nel documento dell’Istituto superiore di sanità ”è stata effettuata – si legge nella relazione – in alcuni casi sulla base di assunzioni semplificate ma sempre di ‘caso peggiore’ e sulla base dei dati forniti a questi Istituto dall’Ambasciata Usa tramite il ministero della Difesa italiano, integrati da altri dati più cautelativi”.
Per quanto riguarda le possibili interferenze su apparecchiature elettromedicali ”non sono prevedibili particolari problemi”. Nessun rischio, prosegue la relazione, anche per dispositivi come ”pacemaker e defibrillatori cardiaci impiantati”. Tuttavia, l’Istituto superiore di Sanità sottolinea che ”la natura puramente teorica delle valutazioni qui riportate impone comunque la necessità di verifiche sperimentali, successive alla messa in funzione delle antenne del sistema Muos, qualora quest’ultime vengano affettivamente installate”.
L’avvocatura dello Stato ha presentato ricorso del ministero della Difesa al Consiglio di giustizia amministrativa. L’avvocatura rileva ”il grave e irreparabile pregiudizio derivante dalla mancata osservanza degli accordi internazionali” e ribadisce che, nelle more della pronuncia sulla messa in funzione del Muos, si chiede di montare solo la struttura senza mettere in azione le antenne.
”Appare utile segnalare – si legge nel ricorso – che il sistema impegna appena lo 0,0085% della Sughereta di Niscemi. Richiamare il principio di precauzione è quindi del tutto inappropriato. Da ultimo, non può non rilevarsi l’obiettiva inconsistenza giuridica dell’assunto secondo cui sussisterebbero ‘seri dubbi’ in ordine alla pericolosità del sistema rispetto al traffico aereo”.