L’infinito stop del progetto “Ciliegino”, mancano soluzioni: Greco, “per ora niente di concreto”

 
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Una delle ex aree di cantiere

Gela. Una vicenda che si trascina ormai da sei anni, senza che ci sia mai stata una vera e propria soluzione, mentre il Comune rischia di trovarsi sulle spalle un fardello enorme, quello dei costi per gli espropri che sarebbero dovuti servire a far partire il maxi progetto agro-fotovoltaico “Ciliegino”, voluto dalla cooperativa Agroverde. Ad oggi, non si intravedono grandi spiragli. Il sindaco Lucio Greco ha deciso di confrontarsi con i suoi tecnici. “Non c’è nulla di concreto – dice – posso confermare che esistono manifestazioni di interesse, ma non ci sono ancora indicazioni precise, neanche sulla progettualità. Voglio verificare con i tecnici del Comune”. Il futuro delle aree e dell’intero investimento è decisamente poco chiaro, anche se negli scorsi mesi è stata avanzata l’offerta di un gruppo che sarebbe pronto a subentrare, facendosi carico della copertura delle indennità di esproprio dovute ai proprietari. “Non ho ancora sentito l’esigenza di rendere pubbliche eventuali conclusioni – spiega inoltre il sindaco – perché di concreto non c’è nulla. E’ una questione che va affrontata con molta attenzione”. Pare che Greco abbia deciso di interessarsi in prima persona di un iter che è fermo, ma che rischia di causare conseguenze finanziarie al municipio, sempre che non si sblocchi qualcosa. Non si esclude, però, che il primo cittadino incontri una delegazione di ex proprietari, che da anni attendono di ottenere le indennità successive agli espropri. Alla Regione, dopo incontri che si sono tenuti durante la fase commissariale, sarebbe partita la procedura di revoca dell’autorizzazione unica regionale. Il fermo del progetto ha avuto gravi ripercussioni su tante piccole imprese, letteralmente spiazzate dal repentino stop. Nei terreni che avrebbero dovuto ospitare il maxi polo agro-fotovoltaico non c’è ombra di ripartenza, nonostante l’investimento fosse stato presentato come l’unica vera alternativa all’industria pesante.

Anomalie finite sui tavoli dei pm della procura, che di recente hanno trasmesso gli atti ai colleghi di Spoleto, territorialmente competenti. I magistrati umbri dovranno valutare possibili illeciti sulla fideiussione, presentata a garanzia del progetto. E’ coinvolto anche il presidente della cooperativa.

1 commento

  1. È stata, a suo tempo, una ottima scelta, l’invenzione dell’industria del ciliegio, per permettere ad Eni di abbandonare la raffineria da greggio, in cambio di un indefinito contratto di programma e di una piccola raffineria green. I costi di tutto ciò nessuno sara in grado di quantificarli.

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