Gela. Il capannone a Settefarine, autorizzato solo per attività di trasformazione di prodotti agricoli, in realtà veniva usato per la produzione e vendita di marmo. Una violazione edilizia che è costata la condanna al titolare. Al termine del giudizio di primo grado, gli è stato imposto il pagamento di un’ammenda da mille euro. Le verifiche vennero condotte dagli agenti della polizia municipale e da personale del settore urbanistica del Comune. Emerse l’irregolarità, rispetto alle autorizzazioni che erano state rilasciate. Dopo il verdetto, però, la difesa, sostenuta dall’avvocato Giuseppe Cascino, ha deciso di rivolgersi alla Corte d’appello di Caltanissetta.
Verranno ridiscussi i contenuti delle autorizzazioni, in attesa che anche i giudici nisseni di secondo grado possano poi formulare la loro decisione.
