Gela. Lo scorso marzo è caduta l’accusa di triplice tentato omicidio e la condanna al ventiduenne Ruben Raitano è stata ridotta da otto anni (imposti in primo grado) a tre anni e tre mesi di reclusione, così come deciso dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta. Era accusato di aver impugnato una pistola modificata, facendo fuoco contro tre rivali. Gli spari si registrarono tra le strade del quartiere Settefarine. Raitano e i tre coinvolti avevano avuto dissapori, generati dalla compravendita di un’automobile. Dopo il verdetto dei giudici nisseni, la difesa del giovane, sostenuta dall’avvocato Cristina Alfieri, ha presentato ricorso in Cassazione. Fin dall’inizio, il legale ha escluso che Raitano abbia sparato per uccidere. Secondo questa linea, avrebbe deciso di armarsi dopo essere stato aggredito. Non avrebbe puntato verso i suoi rivali, anche se secondo gli investigatori un colpo raggiunse alla gamba uno dei tre. Pare che il proiettile andò a conficcarsi su un portasigarette che l’uomo portava con sé e teneva nella tasca dei pantaloni.
La difesa ha inoltre sostenuto che le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona non avrebbero fatto chiarezza sulla dinamica di quanto accaduto. I giudici d’appello l’hanno riconosciuto colpevole delle tentate lesioni aggravate. I carabinieri che avviarono le indagini non hanno mai ritrovato l’arma usata. Adesso, saranno i giudici di Cassazione ad emettere l’ultimo verdetto.