Gela. Il management dell’Asp di Caltanissetta, diretto da Alessandro Caltagirone, ha tagliato anche gli esami di prevenzione del tumore del collo dell’utero. Dopo il blocco delle attività ordinarie in Chirurgia e del servizio di portineria, all’accesso del presidio ospedaliero di via Palazzi, la mannaia degli straordinari ha colpito anche il Pap-test, l’esame di screening oncologico gratuito destinato alle pazienti di età compresa tra 25 e 64 anni che la stessa Asp cl2, 4 anni fa, lo promuoveva spronando le donne ad “effettuarlo, per salvarsi la vita”. Eppure, da due mesi, ad avere la meglio sono le esigenze economiche e non la necessità di monitorare le donne con uno screening ritenuto vitale per la particolare condizione in cui versa l’area territoriale gelese, identificata come Sito di interesse nazionale per la particolare incidenza di patologie oncologiche.
Lo stesso rinnovato direttore Sanitario, Marcella Santino, aveva motivato l’avvio del Pap-test parlando di “importanza strategica per l’azienda ospedaliera” tanto da autorizzare la richiesta avanzata dal primario di Ostetricia e Ginecologia, Michele Palmeri, che prevedeva la collaborazione professionale degli ostetrici in regime di straordinario. Da due mesi, invece, il management dell’Asp di Caltanissetta, sembra avere fatto passi indietro almeno per quanto riguarda la prevenzione delle patologie tumorali. L’ambulatorio allestito al terzo piano dell’ospedale “Vittorio Emanuele” nell’ottobre del 2015 è stato chiuso da due mesi. Sono risultati vani anche i solleciti avanzati dal personale sanitario che invece si vede costretto a interrompere gli screening per il blocco degli straordinari. Colpite, in primis, centinaia di donne che ad ogni seduta, usufruivano dell’esame gratuito.
Il servizio veniva garantito ogni mattina dal lunedì a venerdì per un impegno complessivo di 150 ore di straordinario tra Gela e Niscemi.
Vergogna