Minacce ai lavoratori del consorzio di bonifica, “Siamo stanchi di subire”

 
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Gela. “Facciamo una vita da cani, non riceviamo stipendi da oltre due mesi e, nonostante tutto, dobbiamo sopportare accuse infamanti, comprese le ultime minacce che ci hanno recapitato direttamente in campagna”.

La denuncia arriva dagli operatori del consorzio di bonifica di via Marconi e dai rappresentanti sindacali della Flai Cgil Bartolo Di Dio e Antonio Pizzardi. Negli ultimi giorni, alcuni di loro hanno ritrovato scritte fortemente ingiuriose sui muri dei capannoni utilizzati per il deposito di mezzi e materiali, destinati agli interventi nelle aree rurali.
“Siamo veramente stanchi – spiega proprio Bartolo Di Dio – addirittura, insieme alla scritte e ai tanti danni arrecati alle attrezzature, ci hanno lasciato una serie di vecchi wc sparsi davanti ai nostri capanni”. I lavoratori spediscono al mittente ogni tentativo d’intimidazione e, ieri mattina, si sono riuniti nella sede del consorzio di via Marconi per cercare di individuare i prossimi passi da muovere.
“Insieme al nostro segretario provinciale Pino Pardo – spiega Pizzardi – stiamo cercando di comprendere cosa capiterà all’Ars. Da due mesi siamo senza stipendi ma continuiamo a lavorare e a portare avanti gli interventi. Adesso, si è sparsa la voce infamante di attività svolte con lentezza. Non siamo un gruppo di fannulloni! Lavoriamo senza retribuzione per non arrecare danni agli agricoltori del territorio”.
Durante l’assemblea, non sono mancati i momenti di tensione: da Palermo, non sembrano arrivare notizie confortanti.
“Andando avanti di questo passo – spiega Bartolo Di Dio – non riusciremo più a controllare le reazioni dei nostri colleghi. Si parla, giustamente, di dighe ma perché si trascura la spina dorsale dell’intero sistema? Senza il nostro lavoro nessuno riceverebbe acqua”.
I vincoli apposti al bilancio regionale stanno mettendo in seria difficoltà i conti dell’ente. “Il patto di stabilità – conclude il direttore Vincenzo Caruso – ha messo sul chi va là l’intero sistema regionale dei consorzi di bonifica. Senza nuova liquidità, ad ottobre non riusciremo più ad avere altre risorse. In tutto questo, gli operatori vengono minacciati e dileggiati. Chiedo un maggior senso di comprensione agli agricoltori locali”.

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