Gela. “Al momento dei fatti non era capace d’intendere e di volere” ma il processo nei
suoi confronti prosegue ugualmente.
Il bar distrutto in via Generale Cascino. Al centro del dibattimento, c’è la vicenda del disoccupato R.C. finito davanti al giudice Antonio Fiorenza per rispondere del danneggiamento di un bar in via Generale Cascino. L’uomo, in stato confusionale a causa dell’assunzione di alcolici, distrusse buona parte della struttura ricavata all’interno di una stazione di servizio.
“E’ affetto – ha precisato il perito sentito in aula – da una forma di depressione endogena resa ancor più invasiva dal diabete che lo ha colpito e dall’uso di alcolici. Non è, comunque, socialmente pericoloso”.
Il dibattimento prosegue. Sia il pubblico ministero Francesco Spataro sia il giudice Antonio Fiorenza, però, hanno sostenuto che il dibattimento nei confronti dell’imputato deve proseguire.
Il disoccupato, secondo la pubblica accusa, conoscendo la sua condizione, avrebbe intenzionalmente deciso di assumere alcolici all’interno del bar poi gravemente danneggiato. Il legale di fiducia, l’avvocato Giuseppe Cascino, ha invece sostenuto la totale incapacità d’intendere e di volere.
“La sua condizione – ha precisato il difensore – è causata da una dipendenza che lo lascia in balia dell’alcol”. Il dibattimento, però, proseguirà e, adesso, proprio il difensore ha chiesto la messa alla prova per l’imputato.