Gela. Nove anni dopo la rinuncia alla C1 Gela si ritrova nuovamente senza calcio. La società biancazzurra non ha presentato alle 17 il ricorso contro l’esclusione della Covisod, sancendo di fatto la scomparsa dal panorama dilettantistico. Una mortificazione sportiva dalla quale sarà difficile rialzarsi, dopo tre anni di serie D giocati grazie ad una scalata dai campi polverosi dei campionati di Terza, Seconda, Prima Categoria, Promozione ed Eccellenza.
Ma nessun paragone con il 2011. In quell’estate infatti Angelo Tuccio rinunciò al professionismo senza un solo euro di debito ma anzi con quasi 200 mila euro di crediti per il contributo relativo alla presenza di giovani in campionato (soldi poi regolarmente elargiti con la squadra in Terza categoria). Quella fu una rinuncia dolorosa perché il compianto presidente si ritrovò solo a gestire il club dopo la morte del fratello Carmelo.
Qui il contesto è totalmente diverso. La gestione della famiglia Mendola passerà alla storia come la peggiore in assoluto. Due anni e mezzo di polemiche, rapporti tesi con le istituzioni, il Daspo e lo stadio chiuso. Di tutto e di più.
Anche quella di oggi è stata una giornata convulsa. Il dottor Antonio Alabiso ed il team manager Umberto Cuvato (seppur lontano migliaia di chilometri) hanno preparato tutta la documentazione necessaria per presentare il ricorso. Le quattro vertenze non sono state però appianate ed i calciatori sono rimasti ad attendere fino alla fine di vedere sul proprio conto i bonifici e firmare le liberatorie. Anche per il nulla osta allo stadio occorreva che il club inoltrasse la richiesta al Comune di Licata, che aveva dato la propria disponibilità in attesa che il Presti venisse omologato. Tutto fuori tempo.
Alle 13,30 di oggi la dirigenza ha informato il segretario Alabiso la rinuncia al ricorso. Alle 16 però è stato fatto l’ennesimo, tardivo, tentativo ma da Roma è arrivata una risposta secca: il termine delle 17 del 25 luglio è perentorio. Fine. Amen.
Si chiude una pagina tristissima del calcio gelese, che era riuscito a riportare entusiasmo fino alla scalata in serie D. Non vanno dimenticati infatti i 3000 tifosi in Gela-Sancataldese di Eccellenza, o i 4000 di Gela-Cus Palermo del 16 aprile di quattro anni fa. Davanti ad un progetto serio il pubblico risponde.
Tutto questo accade nell’anno in cui la città perde Angelo Tuccio, andato via troppo presto dal mondo terreno. E come dice chi lo conosceva… non lo avrebbe mai permesso, perché il Gela era la sua creatura.
La rinascita
C’è solo una speranza per ripartire. Chiedere alla Lega Dilettanti di iscriversi in sovrannumero in Eccellenza. Il sindaco dovrà chiederlo al presidente Lo Presti ed in una settimana scegliere la nuova proprietà e presentare iscrizione e domanda di affiliazione in Figc. Qualcuno interessato c’è (non vi sveliamo chi), ma oggi è il giorno del dolore sportivo. Magari qualcuno ironizzerà o apparirà tutto questo patetico ma in una città dove sono sempre meno i motivi di interesse anche il calcio conferma un contesto generale depresso. Ci sarà la forza per ripartire? Ancora una volta…
Ormai la frittata è fatta . Bisogna ripartire
al più presto dall’ eccellenza ma fin da adesso questa amministrazione deve dimostrare di saper lavorare , mi riferisco
alla costruzione di un nuovo stadio
bisogna gurdare avanti chiunque prenderà
questo vessillo glorioso deve avere una struttura adeguata moderna ,solo così
si potrà programmare e tragurdare categorie
importanti purtroppo il V. Presti è stato l’ anello debole di un progetto che aveva bisogno dell’ assenziale ovvero uno STADIO
e quello è solo un catino che non dà una bell’ immagine della nostra città. Forza GELA
È tutto uno schifo…..complimenti anche alla buona idea e al sindaco giusto. La prima medaglia l’avete messa al petto… Le altre arriveranno con i rifiuti e l’erogazione dell’acqua. Jean.
Che vergogna, complimenti.
Purtroppo tutto il movimento sportivo in questa città è stato sempre come una palla al piede molto pesante, non aver mai capito che lo sport è veicolo anche di lavoro per tutti, risveglio di una economia statica ed poco lungimirante tutto questo è quello che ci meritiamo
….senza stadio , e’ senza incassi fatevela voi una squadra di calcio, con politici e’ giornalisti insieme ,… i primi completamente inetti con lo stadio chiuso , adesso per l’eternita’, l’hanno data per vinta ai nisseni i secondi da strapazzo, poiche’ scrivete articoli senza senso e’ senza avere la piu’ pallida idea di come sono andate effettivamente le cose,
Redazione che va a braccetto con la “politica” e prova a distorcere la verità:
1) Nell’articolo precedente(25 Luglio) scrivete di eventuale beffa come se lo stadio è stato chiuso il mese scorso per un restyling con la certezza di essere aperto in tempo per l’inizio della stagione. In una città normale i lavori vengono ultimati con anticipo rispetto alle scadenze naturali mentre tutti sappiamo che i lavori sono partiti la stessa mattina dell’ultimo giorno di proroga utile a completare l’iscrizione.
2) La scomparsa di Carmelo Tuccio (2016) non c’entra nulla con la rinuncia alla serie C1 (2011). La mancata iscrizione è stata un capriccio dell’ingegnere Tuccio per dimostrare a tutti che senza lui non vi fosse futuro. Tengo a precisare che sotto la gestione Tuccio c’era la fila per venire a Gela perchè era un UOMO serio, un grande dirigente di azienda, preciso e puntuale, ma dal punto di vista sportivo è stato il peggiore, la fine del professionismo è merito suo altro che “non lo avrebbe mai permesso, perché il Gela era la sua creatura”
3) Ma non avevate scritto che le travi fossero in arrivo dall’Austria??
DISINFORMAZIONE!