Gela. Gli inquirenti ricostruirono diversi casi di truffa e ricettazione, arrivando ad individuare professionisti e operatori che avrebbero messo le mani in un giro di assegni sospetti e pratiche mai realmente chiuse. Due anni e nove mesi di reclusione sono stati imposti a Rosario Marchese, da poco coinvolto in una vasta inchiesta su presunti frodi finanziarie, coordinata dai pm della procura. Al termine della requisitoria, ritenendo molto grave il suo modus operandi, il pm Pamela Cellura ha chiesto di condannare Marchese a sei anni di reclusione. Il giudice Miriam D’Amore, come indicato nel dispositivo letto in aula, gli ha riconosciuto le attenuanti generiche e la continuazione. Un anno e quattro mesi sono toccati ad Aldo Parlagreco e un anno e quattro mesi a Francesco Scopece (assolto però dalle accuse di un procedimento parallelo riunito al giudizio principale). Le contestazioni sono cadute invece per Davide Trubia, che ha ottenuto una decisione favorevole. I presunti illeciti, messi in atto anche ai danni di ignari clienti di agenzie locali di disbrigo pratiche, risalgono al periodo successivo al 2010.
Il legale di Marchese, l’avvocato Giovanna Zappulla, nelle conclusioni illustrate al giudice ha però ridimensionato il quadro accusatorio, mettendo in dubbio il ruolo centrale affibbiato a Marchese.