Gela. Tutto partì dalla denuncia pubblica di Emanuele Pistritto, ex operaio che sul finire dello scorso anno, davanti alle telecamere Rai, denunciò un presunto sistema illecito di rifiuti industriali sotterrati nelle aree a ridosso dello stabilimento Eni. La commissione ambiente dell’Ars convocò l’assessore Toto Cordaro e al termine dell’audizione venne proposta la costituzione di un’apposita sottocommissione che si potesse occupare solo di bonifiche e degli enormi ritardi nell’attuazione di queste procedure nelle aree Sin dell’isola, compresa quella di Gela. Successivamente, non venne neanche esclusa la possibilità che il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè potesse autorizzare la formazione di una vera e propria commissione d’indagine. Ad oltre otto mesi dalla riunione in commissione ambiente, presieduta dal deputato Giusy Savarino, non si è arrivati a nulla. Né una sottocommissione né, tantomeno, una commissione d’indagine. Sembra che il tema non interessi più, nonostante gli allarmanti dati confermati dal rapporto “Sentieri”, che declinano uno scenario tragico di morti e patologie in città. La proposta di attivare una sottocommissione arrivò dai deputati del territorio, il grillino Nuccio Di Paola (componente della commissione ambiente) e il dem Giuseppe Arancio (che partecipò a quella seduta pur non facendo parte della commissione).
Di Paola assicura che chiederà ancora “lumi” sulle ragioni che hanno portato a decidere di non decidere. “Torneremo alla carica, questa impasse in Regione non è accettabile”, dice. Negli ultimi giorni, Arancio ha invece chiesto un’audizione in commissione sanità per valutare con molta più attenzione i dati del rapporto “Sentieri”, che riguardano Gela e le altre aree Sin dell’isola. Al momento, nessuno “scossone” politico mentre le famiglie dei morti e dei malati attendono qualche spiraglio di luce.
Signori miei questo e il compito della politica:
Decidere di non decidere