Tentato omicidio in centro storico, accuse ai Rinella e a due complici: atti tornano ai pm

 
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Gela. Gli atti tornano ai pm della procura per le nuove determinazioni. Il giudice dell’udienza preliminare Lirio Conti l’ha disposto nel procedimento che coinvolge Giuseppe Rinella e Simone Rinella, padre e figlio, accusati di tentato omicidio. Avrebbero aggredito un presunto rivale, causandogli gravi ferite, anche alla testa. Secondo i magistrati della procura e i carabinieri, sarebbe stato colpito con un martello da fabbro e con pezzi di mobilia. Arrivò in gravi condizioni all’ospedale Vittorio Emanuele. Dal gup, ci sono altri due coinvolti, Roberto Asmetto e Salvatore Vella, che avrebbero fatto da palo, mentre padre e figlio colpivano la vittima. Le difese, sostenute dagli avvocati Francesco Bellino, Giovanni Bellino e Giuseppe Smecca, hanno eccepito la nullità degli atti, dovuta all’impossibilità di acquisire tutti i verbali, con la trascrizione del contenuto delle intercettazioni condotte dagli inquirenti. Un “veto” che avrebbe inficiato la fase preliminare alla chiusura delle indagini e che per i difensori inciderebbe sugli atti successivi. I carabinieri del reparto territoriale arrivarono ai Rinella e ai due presunti complici, utilizzando le dichiarazioni rese dall’uomo ferito.

Pare che i contrasti siano sorti rispetto ai rapporti intercorsi con una giovane. L’aggressione si verificò nei pressi del centro storico e fu necessario un intervento chirurgico per ridurre le fratture subite dall’aggredito. I difensori, sono convinti che Simone Rinella si sia difeso, mentre il padre non avrebbe avuto nessun ruolo. Versioni discordanti che hanno comunque convinto i pm della procura a chiedere il rinvio a giudizio per tutti gli indagati.

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