Gela. Una trafila durata anni e portata avanti da Invitalia, in base a quanto deciso dopo il riconoscimento dell’area di crisi complessa. Verso il finanziamento, però, vanno appena quattro proposte di investimento (tutte superiori al milione di euro), che possono ambire ad accedere ai venticinque milioni, messi a disposizione dal governo centrale e dalla Regione. Totale, in base ai numeri ufficiali forniti da Invitalia, poco meno di cinquanta posti di lavoro (che non riguardano però solo il territorio locale). Sono queste le indicazioni che arrivano dopo la prima fase di analisi delle iniziative finite sul tavolo degli esperti e ritenute valide. Così, alla fase istruttoria passano il progetto per il packaging del gruppo imprenditoriale Brunetti (con un investimento totale da 5.884.411,00 euro e agevolazioni richieste per 4.413.308,25 euro), quello della Capital srl che riguarda strutture alberghiere e ricettive (sono due istanze “gemelle” per programmi di investimento da 1.992.587,27 euro e agevolazioni riconosciute da 1.494.440,44 euro) e la proposta della Caltanissetta service in house providing srl sul riciclo dei rifiuti solidi urbani (un programma di investimento da 2.663.000,00 e agevolazioni richieste per 1.997.250,00).
Al momento, rimangono fuori le altre due proposte presentate. La Migliorin srl (con un maxi investimento da 75 milioni di euro e agevolazioni richieste per 56.250.000,00 euro) punta al rilancio della filiera di trasformazione dell’ortofrutta negli impianti ex Zappalà e al riuso degli scarti per la produzione di biogas. Il gruppo, inoltre, ha proposto, secondo i criteri dell’economia circolare, il recupero del progetto ex Ciliegino, incentrato sul ciclo sostenibile dell’energia elettrica. L’istanza viene classificata come “non esaminabile”. Neanche la proposta della bergamasca Meta Carpenteria group srl prosegue (investimento totale da 2.859.170,00 euro e richiesta di agevolazioni per 1.244.000,00 euro). In questo caso, si tratta di attività di meccanica generale, ma risulta “non ammessa”. Non si esclude che le somme non assegnate possano essere rimesse a bando. Una cosa è certa, dall’area di crisi complessa (che ricomprende oltre venti comuni) tanti si sarebbero aspettati numeri economici e occupazionali di ben altro tipo, in un territorio che patisce una crisi senza fine.