Gela. La scorsa settimana, sono state chiuse le indagini. Ora, il gip del tribunale di Caltanissetta ha concesso gli arresti domiciliari al trentatreenne Antonio Radicia, coinvolto nell’inchiesta “Smart”. Per gli inquirenti, avrebbe avuto un ruolo importante in un presunto giro di cocaina, tra le piazze della movida locale. Radicia lascia il carcere, dove era recluso già da diversi mesi. Il giudice delle indagini preliminari ha accolto l’istanza avanzata dai suoi legali di difesa, gli avvocati Davide Limoncello e Paola Turco. I difensori hanno sottolineato il notevole lasso di tempo ormai trascorso dai fatti che gli vengono contestati, ma hanno puntato soprattutto sulla recente pronuncia dei giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, che hanno del tutto rivisto il ruolo di Radicia. Coinvolto nell’indagine “Malleus” e in primo grado condannato ad un totale di ventotto anni di detenzione, in appello sono cadute le contestazioni più pesanti.
Alla fine, gli sono stati imposti sette anni e quattro mesi di reclusione e per i giudici non era lui a capo del gruppo di spacciatori, che avrebbe operato nell’interesse dei Rinzivillo. Un aspetto fatto emergere dalle difese, dato che le due indagini hanno profili di collegamento.