Gela. Un presunto do ut des, illecito. Ci sarebbero stati stretti rapporti tra i Luca e il poliziotto Giovanni Giudice, a sua volta indagato nell’inchiesta “Camaleonte”. “Viveva una situazione di assoluta compromissione – ha detto il procuratore capo Amedeo Bertone – risponde di reati come corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio. Forniva informazioni su indagini in corso e otteneva vantaggi sul prestito o sull’acquisito di autovetture, a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato, o sulla permanenza in alberghi”. Un sistema ben organizzato, che secondo gli investigatori si sarebbe retto per anni, anche dietro lo specchio della denuncia. “Nel corso del tempo – hanno spiegato ancora gli investigatori – i Luca decisero anche di denunciare presunte richieste estorsive, ma mai contro esponenti del gruppo Rinzivillo”.
Una scelta che, secondo le contestazioni, avrebbe nascosto l’intenzione di tutelare il presunto rapporto tra gli indagati e la cosca di riferimento, che gli avrebbe permesso di allacciare rapporti anche con esponenti delle organizzazioni mafiose catanesi. Gli indagati, nei prossimi giorni, si presenteranno davanti al gip del tribunale di Caltanissetta per gli interrogatori di garanzia.