Gela. “L’impatto avvenne sulla corsia di marcia della moto”. Il perito incaricato di ricostruire la dinamica dell’incidente che costò la vita al trentottenne Fabrizio Cusimano, dipendente di banca morto lungo la Gela-Manfria, ha spiegato che il contatto con l’Opel Astra, guidata dall’agrigentino Diego Leone, gli fece perdere il controllo. Cusimano finì contro il guard rail dell’altra corsia e per lui non ci fu niente da fare. L’auto invece continuò il tragitto, in direzione di Licata. In aula, davanti al giudice Tiziana Landoni, si tenta di risalire alla causa che avrebbe generato l’impatto. Per il perito si sarebbe trattato di un “contatto da strisciamento”, come ha detto rispondendo alle domande del pm Tiziana Di Pietro. Nel corso delle successive verifiche, vennero ritrovati alcuni frammenti di carrozzeria, che servirono a mettere insieme altri aspetti tecnici. A rispondere di omicidio colposo è Leone, la cui presunta responsabilità venne ricostruita dopo le verifiche. Pare inoltre, come confermato dal perito, che importanti furono le dichiarazioni rese da una donna che si trovava sulla Gela-Manfria al momento dell’incidente.
In giudizio, parte civile è una dei familiari di Cusimano, rappresentata dall’avvocato Anna Comadatore, che ha a sua volta fatto riferimento alle conclusioni della perizia. Sarebbe stata l’auto dell’imputato a spingersi all’interno della corsia opposta, percorsa dalla vittima. Responsabile civile è la compagnia assicurativa Generali.