Gela. Doveva essere un disagio limitato per sole 24 ore, ma ci sono quartieri che non ricevono acqua da almeno tre giorni. Il Comune ha assicurato che da oggi l’erogazione idrica tornerà alla normalità, ma sino a ieri sera mezza città era a secco.
Si lamentano, e non poco, soprattutto i residenti del quartiere San Giacomo, che storicamente soffre la bassa pressione sulla condotta (che è stata rifatta). “Nessuno ci ha avvertito – dice una donna – e non so più che fare per poter lavare e cucinare”. Ci sono altre persone che invece lamentano la levataccia notturna. “Ci avevano assicurato che l’acqua sarebbe arrivata nelle nostre case il mattino – accusa un anziano – ed invece sono costretto ad alzarmi alle due di notte per poter attivare il motorino elettrico”.
Poi ci sono i commercianti. Sale di acconciatori costrette a rifornirsi con le autobotti. A proposito. Le autobotti comunali non possono soddisfare tutte le richieste perchè non autorizzate alla reperibilità. L’assessore all’ecologia, Giuseppe Ventura, ammette i disagi. “Ci hanno assicurato che entro domani (oggi ndr) l’erogazione potrà riprendere regolarmente – dice Ventura – speriamo che tutto si concluda entro qualche ora”.
In realtà i problemi potrebbero diventare altri. Caltaqua si ritrova con una difficoltà enorme. Dal 2006 non ha pagato il contributo dovuto per i costi del funzionamento dell’Ato idrico, conteggiati in due milioni di euro che sono diventati 2 milioni e 900 mila euro con gli interessi e rimborsi. La fidejussione l’Ato idrico potrebbe essere incassata. Ed a questo si aggiunga il debito che si è accumulato da parte dell’utenza gelese che, secondo Caltaqua, si aggira attorno ai nove milioni di euro. Adesso il nuovo buco da tre milioni di euro nei confronti dell’Ato idrico. Il consiglio direttivo dell’Ato idrico ha votato la delibera con cui l’ente obbliga la società spagnola a versare in dieci giorni la somma di 2.900 pena l’immediata rescissione del contratto.