Gela. Il management tutto al femminile dell’Azienda sanitaria provinciale è stato additato dal personale ospedaliero, nel giorno di presentazione in città.
Si sono insediamenti il 23 luglio scorso. Ieri, nell’auditorium del presidio ospedaliero di via Palazzi, il direttore generale Ida Grossi, Marcella Santino (direttore sanitario) e Daniela Faraoni (direttore amministrativo) hanno raccolto critiche e rabbia del personale ospedaliero e di un utente. Le accuse più dure sono arrivate da Michele Curto, medico di ginecologia, il quale ha denunciato uno spreco di denaro facendo riferimento “al pagamento di pratiche legali esose, autorizzate senza i relativi atti deliberativi”. Per il ginecologo, in forza tra le corsie del presidio ospedaliero Vittorio Emanuele, “la rinascita della sanità locale non può prescindere da una buona organizzazione”, evidenziando le differenze più volte denunciate tra Gela e l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. “Anche per le piccole manutenzioni – sostiene Curto – dobbiamo attendere i tecnici del capoluogo nisseno. Spesso le attese sono insopportabili. Anche per i servizi, come il ripristino di un ascensore o per aggiustare una porta, trascorrono giorni e, in alcuni casi, settimane. La cattiva organizzazione si ripercuote negativamente sull’ospitalità ospedaliera e, spesso, i dipendenti sono costretti a subire le critiche degli utenti”. “Siamo pronti a collaborare nell’ambito di un progetto chiaro –tuona Teresa Leuzzi, responsabile dell’unità operativa di Rianimazione – Spero che le soluzioni promesse siano reali e non fantasiose, come accaduto con il precedente management”. Parla di sprechi eccessi, Ignazio Morgana, presidente dei Medici di medicina generale, “il rapporto tra ospedale e territorio deve essere recuperato – sottolinea Morgana – Siamo per la difesa del servizio sanitario che nell’isola paga l’accreditamento di 1800 strutture private e 4500 posti letto”. Un utente del Cup, Aldo Giovanni Falci, ha fatto irruzione nell’auditorium e, rivolgendosi al direttore generale, ha evidenziato sette mesi di attesa che per sottoporre la moglie, Rita Salafia, ad un esame endocrinologo. Il manager Grossi ha garantito l’avvio dei lavori in tempi celeri. “La prossima settimana – ha detto – avremo un incontro di monitoraggio rispetto agli obiettivi del piano aziendale da organizzare”. Critiche sul probabile ridimensionamento del reparto di Malattie infettive sono giunte dalla Late, presieduta da Salvatore Di Caro.