Gela. Vuole chiarire la sua posizione davanti ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta che, lo scorso giugno, firmarono un provvedimento d’arresto. Il quarantasettenne Nicolò Cassarà, in attesa di essere trasferito dalla Puglia in Sicilia, verrà sentito dagli inquirenti.
La richiesta è già stata formulata dal suo legale di fiducia, l’avvocato Giovanni Lomonaco. Cassarà, titolare di una cava d’inerti, venne arrestato insieme al quarantaseienne Roberto Di Stefano e al trentatreenne Davide Pardo.
Le manette scattarono a conclusione dell’operazione “Fabula” messa a segno dagli agenti di polizia della squadra mobile di Caltanissetta e da quelli del commissariato di via Zucchetto. Vennero accusati di essere ai vertici del riorganizzato clan mafioso dei Rinzivillo. L’imprenditore avrebbe fatto da spalla proprio a Roberto Di Stefano sul fronte delle presunte messe a posto di suoi colleghi locali. In base alle accuse, avrebbe addirittura vantato legami con i servizi segreti. Nelle scorse settimane, lo stesso Roberto Di Stefano è stato sentito nel carcere palermitano Pagliarelli. Il quarantaseienne, per circa un anno, ha collaborato con i magistrati prima di dire basta al programma di protezione. Non è ancora stata fissata la data per il nuovo interrogatorio di Cassarà.