Niscemi. La carcassa di un cane morto è stata rinvenuta dentro una valigia, avvolta nel cellophane, in un agro a pochi chilometri dal centro abitato di Niscemi.
La scoperta macabra, avvenuta ieri pomeriggio alle sei, ha messo in allerta le forze dell’ordine del luogo che, in un primo momento, avevano temuto che dentro quella valigia potesse esserci il cadavere di un uomo.
L’area, un terreno incolto in contrada valle Giummarra, è stata transennata per tenere lontani anche gli sguardi dei soliti curiosi. Sul posto, gli inquirenti hanno sollecitato l’intervento del personale dei vigili del fuoco e i sanitari dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp).
La segnalazione alle forze dell’ordine è stata avanzata da alcuni passanti che avevano sentito i cattivi odori provenire dal contenitore. Gli agenti della scientifica sono entrati in azione indossando tute bianche.
Hanno liberato la valigia dal cellophane e, una volta aperta, rinvenuto la carcassa in decomposizione di un quattro zampe. Per gli agenti del locale commissariato di polizia si tratta di un cane di grossa stazza. Si ipotizza che lo stesso fosse stato sezionato prima di essere abbandonato dentro la valigia. Su questo particolare indagano i veterinari dell’Asp che si sono portati in contrada Valle Giammarra per effettuare una prima ispezione. Gli inquirenti preferiscono parlare di abbandono, escludendo che l’abbandono fosse legato a avvertimenti o all’azione di una setta satanica.
“E’ un episodio isolato – sostiene Gabriele Presti, commissario di polizia – che comunque ha attirato le attenzioni delle forze dell’ordine. Per identificare la carcassa del cane di grossa taglia si è rivelato indispensabile l’intervento del personale muniti di respiratori coadiuvati dai vigili del fuoco.
Una volta aperta la valigia è stata confermata la presenza dell’animale. Il rinvenimento ha imposto una certa prudenza. Abbiamo transennato l’area in questione ubicata nella periferia di Niscemi e limitrofa a terreni abbandonati. Rimane comunque la considerazione della strana modalità dell’abbandono del quattro zampe ormai in decomposizione”.
L’episodio denota anche la cattiva abitudine legata all’abbandono dei cani e soprattutto di quelli morti proprio per la mancanza di un canile e di servizi nel territorio a tutela degli animali.