Gela. Un capillare giro di soldi prestati a strozzo avrebbe messo in ginocchio alcune aziende locali, costrette a chiudere i battenti o ad indebitarsi con le banche pur di coprire i prestiti ad usura. A gestire le ingenti somme e i presunti prestiti sarebbe stato Roberto Ingegnoso. Per lui, il pm Luigi Lo Valvo ha chiesto la condanna a sette anni e sei mesi di reclusione. Durante la requisitoria, il pubblico ministero ha sostenuto che sarebbe stato proprio l’imputato a tenere i rapporti con gli imprenditori in difficoltà e a dettare la percentuale, molto alta, degli interessi da restituire. “Pur non avendo redditi – ha spiegato il magistrato – Ingegnoso poteva contare su una notevole disponibilità economica”. Non sarebbero mancati aspetti ancora più preoccupanti, almeno in base a quanto spiegato dal pm. “E’ stata ricostruita – ha continuato – una vicinanza allarmante tra Ingegnoso e funzionari di banca”. Rapporti preferenziali che l’avrebbe agevolato, garantendogli un accesso facilitato al credito, ma anche la possibilità di verificare lo stato patrimoniale degli imprenditori che avrebbero ricevuto i soldi. Due anni di reclusione, invece, sono stati chiesti per Salvatore Ingegnoso, un anno e sei mesi per Onofrio Celona. L’unico capo di imputazione contestato a Concetta Di Pietro è già prescritto. Roberto Ingegnoso, in aula rispondendo alle domande del legale Flavio Sinatra, ha però negato qualsiasi prestito ad usura. Le cifre che sono state ricostruite dagli inquirenti non le avrebbe mai possedute. Il pm Lo Valvo ha però chiesto la confisca per un totale di 500 mila euro.
Le richieste di condanna sono sostenute dai legali di parte civile, gli avvocati Davide Limoncello, Giovanna Zappulla e Alessandra Campailla, che assistono gli imprenditori finiti nel tunnel dell’usura. Hanno decritto il percorso che poi condusse le società, inizialmente sane e con importanti commesse di lavoro, verso il baratro finanziario. I titolari riuscirono a coprire i debiti contratti con Ingegnoso, ma allo stesso tempo avrebbero accesso altre pendenze con gli istituti di credito. I legali di difesa, gli avvocati Flavio Sinatra, Antonio Impellizzeri e Rocco La Placa, esporranno le loro conclusioni alla prossima udienza.