Gela. Perché alcune aziende impegnate nell’indotto della fabbrica Eni scelgono, addirittura, la strada immediata del licenziamento dei propri dipendenti senza passare dagli ammortizzatori sociali?
La domanda è stata posta, anche nel corso del vertice di giovedì nella sede nissena di Confindustria Centro Sicilia, dai segretari generali provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro.
Non a caso, i tre sindacalisti hanno fatto riferimento al recentissimo caso dell’azienda Ponterosso che ha annunciato il licenziamento di due operatori mentre almeno altri quattro sarebbero già stati individuati per l’eventuale taglio.
Al centro della decisione, ci sarebbe una riduzione di commesse da parte di Eni. Stando ai segretari, però, le lettere di licenziamento sarebbero state recapitate senza prima attivare i necessari ammortizzatori sociali. La decisione assunta dai manager siracusani dell’azienda d’ingegneria industriale è stata posta come monito per chiedere ai vertici della raffineria di contrada Piana del Signore controlli più stringenti sulla condotta delle aziende inserite nella lista di fiducia del gruppo Eni. Non è da escludere, adesso, che il sindacato possa decidere di vederci ancor più chiaro su questa e su altre vicende dello stesso tipo.