Gela. Il sospetto è che ci sia stata una vasta contaminazione della falda acquifera. I pm della procura hanno disposto il sequestro degli impianti Taf e Tas e di undici piezometri per il monitoraggio. Il provvedimento riguardare le attività di Eni, i cui manager proprio ieri hanno tenuto a battesimo la nuova green refinery. L’attività segue quella degli scorsi mesi che ha condotto al sequestro di un’area dell’isola 32 della fabbrica di contrada Piana del Signore, anche a seguito della denuncia su possibili presenze di rifiuti tossici interrati.
Gli impianti sequestrati sono gestiti da Syndial, sempre del gruppo Eni. Attualmente, è in corso il giudizio per disastro ambientale innominato che coinvolge diversi vertici locali del cane a sei zampe. L’indagine in corso, invece, mira anche a verificare lo stato di avanzamento degli iter di bonifica, da tempo sotto osservazione a causa dei ritardi.
Fonti Eni fanno invece sapere che gli impianti in questione sono stati nel frattempo tutti dissequestrati.