Gela. Avrebbe accoltellato il presunto amante della moglie e aggredito la stessa donna al culmine di una reazione sfociata nel sangue.
Ieri mattina, davanti al giudice del tribunale di Gela Manuela Matta, si è presentato il quarantaquattrenne Rocco Marazzotta. L’uomo, nel giugno di due anni fa, entrò in azione all’interno di un magazzino trasformato in luogo d’incontro fra Salvatore Sbirziola, presunto amante, e Maria Rosa Ginevra, moglie dell’aggressore.
L’imputato, già condannato per la stessa vicenda, deve rispondere della presunta aggressione subita dalla moglie.
“Ricordo che quella sera – ha detto proprio Salvatore Sbirziola – sentii bussare alla porta del magazzino di via Ponzio. Mi accorsi subito che era Marazzotta insieme alle tre figlie. Non ho avuto modo di difendermi, con il coltello mi ha colpito al fianco. Anche sua moglie è stata picchiata”.
Sbirziola, comunque, ha escluso di aver avuto rapporti sessuali con la donna. Alle domande poste dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro hanno risposto due vicine di casa dei coniugi Marazzotta e dello stesso Salvatore Sbirziola.
L’imputato, la sera del 26 giugno di due anni fa, accortosi dell’assenza della moglie: la raggiunse nel magazzino di via Ponzio dove era presente anche Sbirziola. Il giudice Manuela Matta, a conclusione dell’ audizione dei testi, ha deciso di rinviare il dibattimento all’udienza del prossimo 17 settembre.
In quell’occasione, dovrebbe essere sentito proprio l’imputato.