Gela. “Noi siamo e rimaniamo della Lega, gli altri non so”. Antonio Giudice, che per i salviniani è stato candidato a sindaco alle amministrative del 2015, conferma la propria militanza e, insieme ai suoi referenti, sostiene la candidatura all’europarlamento di Angelo Attaguile. “E’ stato il primo a far arrivare la Lega in Sicilia, quando il partito era al tre per cento – continua – nessuno può contestargli difetti di coerenza, anzi”. Giudice, insieme alla vecchia guardia locale leghista, è stato messo da parte dal nuovo corso dettato dal deputato nazionale nisseno Alessandro Pagano, che a guidare la coalizione elettorale di centrodestra alle urne ha voluto l’ex presidente locale di Libera Giuseppe Spata, al ballottaggio battuto dal “civico” Lucio Greco. L’imprenditore boccia sonoramente l’esito elettorale del partito. “L’8,6 per cento mi pare molto deludente – continua – alla fine, i nuovi leghisti hanno garantito uno scarso 2 per cento. Il resto dei candidati sono stati indicati dall’Ugl, credo non sia un mistero per nessuno. Ritengo non sia stato un buon risultato”.
Gli alleati dello sconfitto Spata, probabilmente, facevano affidamento sul peso dei numeri nazionali e anche su un possibile effetto trascinamento, successivo al comizio in piazza Umberto I del ministro Matteo Salvini. In realtà, ad urne chiuse, nessun effetto Lega e neanche il “capitano” con la maglietta griffata “Gela” è servito a far impennare le quotazioni di una lista che ha messo insieme poco meno di tremila voti, trascinata solo da pochi candidati. C’è stato un abisso, in termini di voti, tra la lista di Salvini e vere corazzate come le civiche “Avanti Gela” e “Un’Altra Gela”. Spata e compagni sono stati battuti pure dai grillini del Movimento cinque stelle. “I consiglieri della Lega? Il dialogo non lo escludiamo – conclude Giudice – ma prima di tutto attendo che si dichiarino del partito. Senza una dichiarazione ufficiale, non si sa mai”.