Gela. Se non fosse tutto vero sembrerebbe il trailer di un giallo. L’insegnante di scuola elementare arrestato perchè nel passaruota dell’auto trovano mezzo chilo di droga. Il pacco che la conteneva che “sparisce”.
Il finanziere che l’aveva scoperta morto per cause naturali mentre l’indagine è ancora in corso. Sono tanti i dubbi che aleggiano sulla vicenda giudiziaria che vede protagonista Domenico Timpanelli, arrestato il 27 aprile dello scorso anno e scarcerato dopo 18 giorni. Ieri la prima svolta nell’inchiesta. La procura ha chiesto l’archiviazione di due filoni dell’indagine. Una riguarda il ritrovamento di 64 monete di età romano-imperiale e tre monete d’oro, l’altra l’accusa di usura. Rimane in piedi quella per detenzione di droga.
Intanto però sono state dissequestrate le monete. Il pubblico ministero, Silvia Benetti, ha chiesto l’archiviazione del caso perché il fatto non sussiste. Le monete furono acquistate da Timpanelli in aste pubbliche su e-bay e yahoo. “Le detenevo da dieci anni – ha sottolineato Timpanelli, che ieri ha parlato con i giornalisti – e chiunque può acquistarle”.
Timpanelli spera che anche l’accusa di essere uno spacciatore possa presto cadere.
E in effetti i contorni della vicenda sono ancora tutti da definire. Timpanelli venne arrestato il 27 aprile del 2012. Il 30, tre giorni dopo, avrebbe dovuto versare un assegno di 250 mila euro di un promoter finanziario a garanzia di un investimento. Quell’assegno si rivelerà ovviamente vuoto. Secondo Timpanelli i due episodi potrebbero non essere solo una coincidenza. “La mia azienda, la touristcom, fatturava un milione e mezzo di euro l’anno – racconta Timpanelli – avrei dovuto rovinarmi la vita per 800 euro di droga? La mia società è adesso in ginocchio, anche in Tunisia mi hanno chiuso i conti correnti. Hanno distrutto la mia vita e spero che presto venga fuori la verità. Confido nella giustizia”.
Secondo gli avvocati difensori, Vincenzo Ricotta a Rocco Fasciana, aspettano adesso le decisioni del tribunale. Lo stesso Gip del tribunale ha avanzato l’ipotesi di un complotto ordito ai danni di Timpanelli. Le indagini avevano permesso di accertare che quella droga avrebbe potuto collocarla chiunque e che c’erano persone interessate a “fare in modo che lo stesso non potesse incassare la somma indicata nell’assegno.