Gela. Un anno fa, era arrivata la condanna a quattro anni di reclusione, emessa dal gup del tribunale di Gela. Il ventiduenne Giuseppe Trubia venne arrestato al termine dell’inchiesta “Far west”, accusato di aver fatto fuoco con un fucile contro un’abitazione privata di via Cascino e in direzione di un bar in via Crispi. Le fucilate si registrarono nel primo pomeriggio e a distanza di poche ore le une dalle altre. Adesso, il verdetto nei confronti del giovane è diventato definitivo. Anche i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno confermato la condanna emessa in primo grado, al termine del rito abbreviato. Il giovane, dopo l’arresto effettuato da carabinieri e poliziotti, ammise di aver fatto fuoco.
Il difensore, l’avvocato Filippo Incarbone, ha comunque impugnato in appello la decisione, ma la conferma di secondo grado non sarà seguita dal ricorso in Cassazione. Nella stessa operazione venne coinvolto il venticinquenne Saverio Di Stefano, che sarebbe stato a bordo dell’auto usata per raggiungere le zone degli spari. In primo grado, è stato condannato a cinque anni e cinque mesi di detenzione.