Gela. Un’indagine, non solo giudiziaria ma anche interna a Palazzo di Città, è stata avviata a carico di una delle beneficiarie del programma dei cantieri di servizio e di quello del reddito minimo d’inserimento.
G.C., infatti, avrebbe incassato circa trentatremila euro senza averne diritto. Dagli accertamenti compiuti dai funzionari del settore comunale servizi sociali sono emerse parecchie difformità tra la documentazione presentata dalla donna e il reddito effettivamente accertato.
In sostanza, G.C. avrebbe incassato i contributi versati dai funzionari municipali senza averne alcun diritto. La donna avrebbe usufruito del programma dei cantieri di servizio e di quello del reddito minimo d’inserimento, destinati ad indigenti senza altre possibilità occupazionali, solo facendo leva su documentazione artefatta.
Le anomalie sono state riscontrate durante l’avvio dei controlli organizzati dagli operatori del settore servizi sociali. In realtà, G.C. poteva disporre di un reddito che non le avrebbe permesso di accedere ai programmi comunali. Solo la documentazione artefatta le ha consentito d’incassare contributi in cambio di lavoro.
Adesso, su richiesta del dirigente di settore, l’amministrazione comunale intende recuperare le somme illegittimamente conseguite dalla donna. Non a caso, è già stato contattato un legale che avrà il compito di rappresentare l’amministrazione nell’intera procedura. Le segnalazioni relative alle anomalie riscontrate dai funzionari di Palazzo di Città sono state inoltrate anche ai magistrati della procura.
Per G.C., quindi, si preannuncia l’avvio di un procedimento penale. In totale, le somme indebitamente percepite dalla donna, in base alla ricostruzione fornita dai funzionari del settore servizi sociali, sfiorano quota trentatremila euro.