Gela. Sono state accolte le richieste di concordato avanzate dalle difese degli imputati coinvolti nell’indagine “Praesidium”, che ha permesso ai pm della procura e ai poliziotti del commissariato di risalire ad una presunta banda dei furti e dei danneggiamenti, con base nel quartiere Sant’Ippolito. Dopo le condanne emesse dal gup del tribunale di Gela, i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno rivisto al ribasso l’entità delle pene. Quattro anni a Paolo Melilli (il gup in abbreviato gli aveva imposto sette anni e tre mesi di detenzione), tre anni e sei mesi di reclusione a Carmelo Meroni (in primo grado era stato condannato a sei anni), tre anni e quattro mesi al collaboratore di giustizia Giovanni Canotto (il giudice dell’udienza preliminare gli aveva comminato la pena di sei anni e dieci mesi), due anni e otto mesi a Giuseppe Giaquinta (a fronte dei cinque anni e otto mesi di primo grado), due anni e quattro mesi a Maurizio Smorta (in abbreviato erano stati quattro anni e due mesi). E’ stata ritoccata al ribasso anche l’entità della pena inferta al cittadino romeno Niculai Cozma. I difensori, gli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Salvo Macrì, Giusy Ialazzo, Mariella Giordano, Cristina Alfieri, Angelo Tornabene e Rocco Disogra, hanno puntato proprio sull’entità delle condanne disposte in primo grado, ottenendo il via libera al concordato.
Gli imputati sono accusati di aver messo a segno diversi furti, in attività commerciali e abitazioni, e a Sant’Ippolito avrebbero organizzato le azioni da eseguire. Sono stati accertati anche danneggiamenti ed episodi di spaccio di droga.