Gela. Lo Stato di fare pagare l’Ici-Imu soltanto alle scuole paritarie e non alle scuole statali, perché ritiene che realizzino attività commerciale. Questo significa che anche il Ciofs-Fp, gestito dalle suore ausiliatrici a Macchitella, sarà costretta a pagare la nuova tassa.
Un problema di carattere nazionale che sta impegnando la chiesa Cattolica in una battaglia contro il Governo Monti. La Conferenza degli ispettori salesiani d’Italia e la Cisi, conferenza interispettoriale hanno contestato la tassa ritenuta né giusta, né equa. La direttrice dell’istituto Suor Teresa Valsè di Macchitella, suor Enza Boscarella, è alquanto preoccupata. “La nostra scuola per statuto non ha scopo di lucro – spiega – viviamo soltanto dei contributi da parte delle famiglie, che scelgono la scuola cattolica. Tutto ciò crea un danno non indifferente alla gestione delle scuole stesse. Tra queste anche la nostra scuola, che gestisco e che già fatica a sostenersi ed a retribuire il personale. Subiremo la stessa sorte delle altre scuole salesiane”.
Sulla carta, la norma è chiara: a partire dal 2013 tutti gli immobili degli enti «non commerciali» in cui si svolga «un’attività mista» dovranno pagare l’Ici ad eccezione delle «frazioni di unità» in cui si svolge un’attività non commerciale. D’ora in poi un ente religioso (ente non commerciale) pagherà l’Ici come ogni altro soggetto, ad eccezione della parte di immobile adibito a cappella (l’attività di culto, ovvero la parte non commerciale).
Gli ispettori salesiani sottolineano come le scuole paritarie abbiano stessi doveri e diritti delle scuole statali, poiché svolgono un servizio pubblico e concorrono agli stessi fini. Non possono essere considerate “commerciali” quelle attività che erogano un servizio che ha rilievo pubblico, che è destinato all’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e formazione, tende ad assicurare fondamentali diritti di cittadinanza, come il diritto allo studio e il diritto all’istruzione e formazione professionale.
