Roma. Sale il bilancio dei morti nella domenica di sangue dello Sri Lanka. Sarebbero più di duecento le vittime, dopo attacchi contro luoghi di culto e alberghi, soprattutto nella capitale Colombo. A trenta chilometri dall’epicentro dell’azione di morte, a Negombo, si trova invece il film-maker gelese Gabriele Saluci, che collabora anche con la produzione Rai “Kilimangiaro” ed è appena ritornato nel paese. “Siamo arrivati sani e salvi in albergo – ha raccontato nel corso del programma contattato dalla conduttrice Camila Raznovich – adesso, le autorità locali hanno bloccato i social network e decretato il coprifuoco dalle sei alle dieci del mattino. A Negombo c’è calma. Difficile da capire, nonostante ci sia così poca distanza da Colombo. In generale, i cingalesi sono persone calme e pacate e sono stati presi alla sprovvista”. Il film-maker gelese, che ormai da tempo collabora con il programma Rai, coprendo diverse aree del mondo con i suoi reportage, ribadisce che probabilmente pochi si sarebbero attesi un’esplosione di violenza di questo tipo.
“In passato – ha spiegato ancora – lo Sri Lanka ha avuto scontri interni, soprattutto con le Tigri Tamil. Da tre o quattro anni, però, tutto si è fermato. I cingalesi vogliono bene ai turisti, anche perché sanno che proprio il turismo è una fonte di sviluppo molto importante”. Circa una decina di giorni fa, come ha confermato lo stesso Saluci sentito dal Tg3, le autorità militari avevano lanciato segnalazioni su possibili azioni, ma probabilmente nessuno avrebbe pensato ad attacchi che hanno colpito indifferentemente cingalesi e stranieri, che sempre più spesso raggiungono il paese.