Gela. Un’ipotesi di truffa e falso. Ci sarebbe questo dietro all’originaria fideiussione che venne rilasciata da Agroverde per la copertura del maxi investimento “Ciliegino”. Lo dicono i pm della procura dopo aver chiesto una nuova archiviazione nel procedimento, almeno per la parte che dovrebbe riguardare l’ex amministrazione comunale, quella retta da Angelo Fasulo, e i dirigenti del municipio. Nei loro confronti non emergono ipotesi d’accusa. A smuovere per primi le acque sono stati gli ambientalisti Saverio Di Blasi ed Emanuele Amato, presidenti delle associazioni Aria Nuova e Amici della Terra, che hanno denunciato possibili violazioni, anche nell’iter di esproprio. Gli atti sulle posizioni di Stefano Italiano, presidente Agroverde, e Santi Alessandro, rappresentante della società umbra che rilascio’ la fideiussione ma senza essere iscritta nell’albo degli intermediari finanziari, vanno ai pm di Spoleto. Emerge questo, dopo che le associazioni ambientaliste hanno deciso di opporsi all’archiviazione e con il gip Lirio Conti che ha disposto indagini ulteriori (su richiesta dei legali Joseph Donegani e Salvo Macrì). La fideiussione, quindi, sarebbe stata rilasciata da una società non autorizzata e senza che Agroverde abbia versato importi. Ma gli ambientalisti hanno comunque deciso di opporsi alla nuova archiviazione disposta rispetto alla vicenda amministrativa.
Chiedono che si indaghi sulle decisioni assunte dall’ex sindaco Angelo Fasulo, dall’ex assessore Giuseppe D’Aleo e dal dirigente regionale che avrebbe concesso le autorizzazioni. I pm locali, secondo gli ambientalisti, non avrebbero approfondito i danni causati dagli espropri effettuati per avviare i cantieri del polo agro-fotovoltaico, mai partito. Nella nuova opposizione all’archiviazione, redatta dagli stessi Di Blasi e Amato, si citano diversi aspetti che non sarebbero stati accertati: i danni ai terreni, quelli erariali, la mancata valutazione di quanto denunciato alle forze dell’ordine proprio dalle associazioni. Addirittura, si rifanno all’inchiesta “Double face”, quella sul presunto sistema Montante. In un’intercettazione telefonica, l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta cita proprio l’investimento Agroverde. Tutti aspetti che per le due associazioni andrebbero comunque approfonditi e che potrebbero aprire nuovi risvolti nell’intera vicenda. La Regione non ha ancora deciso se Agroverde possa continuare ad avere diritti sul progetto.