Niscemi. La questura cambia il percorso per la manifestazione regionale di protesta del comitato No Muos ma gli attivisti non arretrano. Il questore Filippo Nicastro ha vietato che il corteo si svolga all’interno della Sughereta, prescrivendo ai manifestanti di individuare altro percorso esterno al bosco.
“La decisione – si legge in una nota della questura – si è resa necessaria poiché, in occasione della precedente manifestazione svoltasi il 9 agosto 2013 l’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste rappresentò una serie di problematiche relative alla sicurezza del sito per i manifestanti. In particolare, che il tracciato del corteo si era snodato lungo sentieri angusti e totalmente circondati da invalicabile vegetazione arborea e cespugliosa di varia altezza, che un innesco incendiario, anche di piccole dimensioni, avrebbe gettato nel panico centinaia di persone”; Inoltre il sopraggiungere del buio e la scarsa conoscenza dei luoghi aveva fatto perdere l’orientamento a diverse centinaia di persone e aveva costretto le pattuglie della forestale a raggrupparli e indirizzarli con segnali luminosi; Inoltre furono riscontrate gravi difficoltà dai mezzi di soccorso sanitario.
Di conseguenza il percorso è stato modificato: partendo dal cancello principale n.1 della Base, percorrerà la bretella di collegamento fino alla contrada Polo, per poi attraversare una trazzera, che lambisce la Riserva della Sughereta, sino a raggiungere la contrada Pisciotto, all’altezza del cancello n.4.
In una nota invece il movimento NO MUOS ha criticato la decisione della questura e dalla forestale. “Il movimento No Muos non arretra, anzi rilanciamo al mittente il divieto e torniamo a ribadire che il corteo partirà ugualmente alle ore 14 dalla Sughereta. Perchè il territorio è di chi lo vive e il principio di autodeterminazione dei popoli è un valore che non ha bisogno di permessi e autorizzazioni”.
“I dinieghi notificatici – spiega Andrea Turco del comitato gelese No Muos – esprimono un’evidente linea politica. Lo scopo è quello di far tacere il dissenso espresso dalla popolazione locale e dai movimenti sociali. Per questa ragione, abbiamo scelto di manifestare ugualmente”.