Gela. Avrebbero sottratto interi patrimoni ad anziani, spesso soli. I magistrati della procura, lo scorso febbraio, hanno chiuso le indagini nei confronti di nove coinvolti. Sono tutti accusati di aver fatto parte del gruppo che metteva nel mirino le vittime, fornendogli badanti di fiducia (soprattutto di nazionalità romena). Dovranno rispondere alle contestazioni, il prossimo giugno, davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale. Emanuele Murana, Daniel Vasile Ciubotaru, Elena Ciubotaru, Nicolai Ciubotaru, Irina Gruia, Marieta Panait, Emanuele Consiglio, Elena Gruia e Angelo Di Fede, avrebbero organizzato una sorta di sistema che gli consentiva di incassare somme, anche ingenti, sottratte agli “assistiti”. L’indagine “San Giuseppe” è partita dopo le prime confessioni di una delle vittime e i carabinieri hanno iniziato a seguire gli spostamenti di Murana e dei cittadini romeni coinvolti. Man mano è emerso un quadro sempre più grave, comunque negato da tutti gli accusati. Dopo il loro arrivo, uno degli anziani fu addirittura costretto ad impersonare San Giuseppe durante la ricorrenza, pur di ottenere generi alimentari. Sono state ricostruite le movimentazioni bancarie e i trasferimenti di denaro che per i pm e i carabinieri proverebbero le costanti sottrazioni economiche patite dalle vittime.
Nel corso dell’inchiesta, sono stati accertati diversi episodi di sfruttamento della prostituzione. Murana e Daniel Ciubotaru avrebbero procacciato clienti ad una donna gelese, facendosi consegnare una parte dei proventi. In base a quanto emerso dall’indagine, a muovere il giro di soldi e badanti sarebbero stati principalmente lo stesso Murana e i due romeni Elena Ciubotaru e Daniel Ciubotaru. Sono difesi dagli avvocati Davide Limoncello, Giovanna Cassarà, Angelo Cafà, Giuseppe D’Alessandro, Nicoletta Cauchi e Ivan Bellanti.