Gela. “Una fidanzata che, prima, ci ha sedotti e che, poi, abbiamo sposato a caro prezzo. Il prezzo di malattie e morti. Adesso, questa fabbrica non può lasciare la città al suo destino”.
Il parroco della chiesa di San Francesco don Giorgio Cilindrello è sceso tra i lavoratori in protesta lungo le strade che conducono allo stabilimento Eni di contrada Piana del Signore per celebrare una messa.
“Se la politica può fare – ha continuato – deve farlo adesso. La chiesa è con voi. Vi prego di continuare nella vostra protesta ma che sia una resistenza degna e senza violenze”. Gli operai presenti ai blocchi già da diverse ore hanno ascoltato in silenzio la messa celebrata dal parroco. La loro protesta, comunque, proseguirà anche nelle prossime ore. Nel corso della notte, i blocchi continueranno ad essere mantenuti.
Allo stato attuale, solo il cambio turno verrà garantito. Per il resto, non si esce né si entra dal perimetro di contrada Piana del Signore. L’amministratore delegato in pectore di raffineria, l’ingegnere Carlo Guarrata, già designato alla sostituzione di Bernardo Casa, ha avuto serie difficoltà nell’accedere agli uffici. La protesta si è estesa al centro Enimed e all’area ex Asi, destinata a sua volta ad essere fermata. I lavoratori vogliono chiarezza e non accettano eventuali mediazioni. Questa volta, la lotta è portata avanti non solo dagli operai dell’indotto ma anche dagli operatori di raffineria. Nelle ultime ore, non sono mancate tensioni davanti ai presidi organizzati.
Adesso, a mobilitarsi potrebbero essere anche gli autotrasportatori che non accettano l’assenza di risposte dopo un lungo tavolo di confronto avviato con i dirigenti del gruppo Versalis, controllato proprio da Eni.
“La decisione dell’Eni di convertire la raffineria in deposito di greggio – spiegano i deputati regionali Pino Federico e Giuseppe Arancio – avrebbe un impatto devastante per il tessuto produttivo non solo della città, ma dell’intera Sicilia. In gioco ci sono centinaia di posti di lavoro e il rilancio di un settore, già fortemente in crisi, ma che rimane strategico visto l’apporto dell’Isola al bilancio energetico nazionale che copre il trentotto percento di benzina e gasolio e il quaranta percento di metano. E’indispensabile, pertanto, che la regione siciliana si ponga come interlocutore della difficile vertenza con l’obiettivo del rilancio degli investimenti“.
Dopo la breve visita ai blocchi di domenica, il sindaco Angelo Fasulo esprime tutta la sua preoccupazione per l’intera vertenza. “Sono seriamente preoccupato per quanto sta accadendo in raffineria – ammette – sono vicino alle posizioni dei lavoratori dei quali condivido le preoccupazioni. Queste incertezze sul futuro dell’industria in città sono inaccettabili. Fino ad oggi abbiamo sposato con grande sacrificio un progetto di rinnovamento per avere un’industria al passo coi tempi, eppure oggi si parla addirittura di blocco totale degli impianti. Chiediamo con forza all’Eni chiarezza su quanto sta accadendo, abbiamo il diritto di avere delle risposte sul riavvio degli impianti e sugli investimenti fino ad oggi dichiarati e mai avviati. Questa é la prerogativa essenziale, non ci saranno passi indietro se prima non avremo chiarezza”.