Ex nemici ora alleati, coalizioni “arcobaleno” e il passato non conta più: tutti alle urne per il municipio

 
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Gela. Video promozionali più che patinati, interi canali social dedicati, entourage che li seguono praticamente ventiquattro ore al giorno. La campagna elettorale dei quattro pretendenti alla poltrona di sindaco è arrivata alla fase cruciale. C’è chi ha scelto quartieri popolari per presentare la “squadra” e chi invece ha optato per teatri e sale, che ovviamente sono sempre più gremite di quelle degli avversari. Il “civico” Lucio Greco (che attende il verdetto del Tar sull’eventuale riammissione della sua corazzata “Un’Altra Gela”), l’imprenditore Maurizio Melfa, il grillino Simone Morgana e il leghista Giuseppe Spata si stanno giocando tutte le carte a disposizione. Le liste sono chiuse e gli assessori sono stati indicati (Spata e Morgana completeranno la cinquina in corso d’opera mentre Greco e Melfa hanno già scelto i loro compagni d’avventura). La partita è di quelle che non consentono di sgarrare e non a caso l’esclusione (in attesa del pronunciamento dei giudici amministrativi) di “Un’Altra Gela”, la lista forte di Greco, potrebbe scombinare gli equilibri, e non di poco. Tutti puntano le fiches che reputano migliori e neanche il passato, pure quello recente, sembra impensierirli. E’ la tornata elettorale delle anomalie politiche e nessuno ne è esente. L’avvocato Lucio Greco, dopo le sconfitte elettorali, vorrebbe prendersi il municipio, senza limitarsi a fare la “stella” di qualcuno. A perdere non ci vuole neanche pensare e le liste che lo appoggiano sono una specie di contabilità elettorale, con numeri pesanti. Ha sdoganato l’asse Pd-Forza Italia e insieme a lui corrono i candidati schierati dalla segreteria democratica di Peppe Di Cristina e quelli del deputato regionale forzista Michele Mancuso. Insomma, nello stesso cartello elettorale ci sono il Pd ed ex consiglieri comunali come Luigi Di Dio (adesso sotto le insegne di “Azzurri per Gela”) che ha sempre sferzato il partito di Di Cristina e del deputato regionale Giuseppe Arancio. Solo un esempio tra i tanti. Senza dimenticare alcuni ex assessori delle quattro giunte Messinese (Licia Abela, Giovambattista Mauro, Valeria Caci e Francesco Salinitro) che hanno trovato posto nella stessa coalizione di chi ha sfiduciato l’ex sindaco. Lo scorso dicembre, quando ancora non c’era certezza sulle alleanze, Greco si spinse a dire, “il Pd non esiste più”. Sono passati solo quattro mesi e ora sono alleati. L’intesa elettorale, come era prevedibile, sta pesando su un Pd che ha perso pezzi importanti. Il gran rifiuto del consigliere comunale uscente Guido Siragusa, prima nella potenziale giunta e poi sostanzialmente scaricato, si aggiunge ad altre caselle vuote. Ex dem come Salvatore Gallo ed altri esponenti dell’area di centrosinistra (sindacati compresi) hanno fatto i bagagli trasferendosi dall’imprenditore Maurizio Melfa (altra collocazione che di certo non passa inosservata). Non che ne esca indenne Forza Italia, spaccata in due tronconi. Da Greco ci sono i fedelissimi di Michele Mancuso e da Spata invece i “dissidenti” di Pino Federico e della deputata nazionale Giusi Bartolozzi. Se il Pd ed altri candidati che adesso corrono con Greco lo scorso settembre hanno sostenuto la sfiducia all’ex sindaco Domenico Messinese, c’è anche chi non si è presentato in aula, nonostante avesse lavorato per lo sciogliete le righe anticipato. L’ex crocettiano Giuseppe Guastella è tra i candidati forti della lista che mette insieme autonomisti e Popolo della Famiglia, sempre a supporto dell’avvocato. Quando i pro-Greco si sono messi insieme, qualcuno si è subito affrettato a parlare di “alleanza d’emergenza”, anche per evitare sconquassi politici maggiori. Gran parte del centrodestra locale, invece, ha deciso di dire sì al salviniano Giuseppe Spata. Il suo arrivo nella Lega, sponsorizzato dai vertici del partito (il deputato nazionale Alessandro Pagano e il senatore Stefano Candiani sono gli artefici principali del restyling leghista in città), ha contribuito a fare fuori la vecchia guardia. La Lega si affida all’ex presidente della sezione locale di “Libera”, che con Salvini non ha proprio nulla da spartire, anzi. A mettergli le mostrine di candidato a sindaco ha contribuito un vertice notturno che ha stretto il cerchio intorno all’alleanza. Nella sua squadra assessoriale, l’ex dem Vincenzo Cirignotta, ora riferimento del gruppo centrista dell’Udc, il forzista Emanuele Maniscalco (anche se proprio Pagano aveva espresso il niet ad ogni intesa con gli azzurri) e il co-coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Salvatore Scuvera (scelto dopo una lunga trattativa interna ai sostenitori di Giorgia Meloni). Come vuole la partita elettorale, Spata e i suoi accusano Greco e la coalizione “arcobaleno” di eccedere. Insomma, troppi avversari adesso alleati. Neanche gli Spata-boys, però, possono dirsi esenti da “peccati” politici. I leghisti schierano l’ex vicesegretario provinciale del Pd Giampaolo Alario, che ha accettato la proposta a pochi giorni dalla chiusura delle liste. Fratelli d’Italia, invece, ha dato il posto di capolista al consigliere comunale uscente Sandra Bennici, eletta nel 2015 nella civica a sostegno dell’ex sindaco Angelo Fasulo e transitata in Sicilia Futura, almeno sulla carta nel gruppo di centrosinistra. L’Udc ha fatto spazio all’ex senatore Gioacchino Pellitteri che alle scorse amministrative fu tra quelli che di certo non favorirono la coesione nel centrodestra. “Avanti Gela”, la lista schierata dai “dissidenti” forzisti (oltre ad esprimere il potenziale assessore Emanuele Maniscalco), riesce a mettere insieme chi se le era politicamente giurate. C’è il consigliere comunale uscente Anna Comandatore (in quota DiventeràBellissima) che lo scorso settembre, durante la discussione in aula sulla sfiducia a Messinese, si scagliò contro il capogruppo forzista Salvatore Scerra e la deputata Giusi Bartolozzi, alla fine astenendosi. Ora sono tutti nella stessa lista. Lo stesso dicasi per l’altro ex consigliere uscente Angela Di Modica, che dopo il ritiro della firma alla seconda mozione di sfiducia contro Messinese, accusò Scerra di averla minacciata e il capogruppo azzurro rispedì al mittente le affermazioni. Anche in questo caso, correranno insieme.

Una tornata elettorale, segnata da tanti ex nemici politici che hanno deciso di seppellire l’ascia di guerra. Sono riusciti a fare pace pure i grillini che per mesi si sono fatti la guerra interna. Una battaglia sul filo della “coerenza”, con la base del meet-up decisamente ostile alle scelte dei portavoce, compresi i consiglieri comunali. Morgana&co., però, hanno tentato di siglare l’armistizio e ci sono riusciti. Spazio per tutti in lista, nella speranza che possa bastare. L’imprenditore Maurizio Melfa, dopo il tentativo di quattro anni fa e la brevissima esperienza nella terza giunta Messinese, si affida ad un mini blocco di centrosinistra, ai sindacati e a qualche candidato elettoralmente forte. Ha esordito per rompere il fronte dei partiti, poi ha tentennato e alla fine ha messo su due liste che secondo lui basteranno ad arrivare in municipio (diversi candidati di spicco arrivano proprio dai partiti ufficiali). Le accuse di presunte irregolarità nell’emissione di fatture per sponsorizzazioni sportive (vicenda adesso in udienza preliminare) non lo preoccupano. Ha già dichiarato di avere fiducia e di non aver mai commesso irregolarità. Cercherà di prendersi il municipio e di gestirlo con gli stessi parametri di “un’azienda”. Un punto che ha sempre ribadito in tutti i suoi interventi pubblici. Le urne diranno chi avrà avuto ragione. Partiti, “civici” e outsider di certo non temono il passato, neanche quello più recente.

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