Torino. Si è rivolto ai giudici del tribunale del riesame di Torino. Il cinquantottenne gelese Crocifisso Pingo, accusato del tentato omicidio della compagna Patrizia Burzotta, ha chiesto una misura alternativa alla detenzione in carcere. Ad inizio mese, dopo una convivenza durata oltre vent’anni, si è scagliato contro la donna, colpendola con almeno quattordici coltellate. Un’azione brutale che sarebbe da legare alla volontà della vittima di interrompere il loro rapporto, dal quale sono nati due figli. La difesa, sostenuta dall’avvocato Matteo Massaia, si è rivolta ai giudici del riesame, anche se le accuse e la brutalità dell’aggressione fanno propendere per un esito non favorevole. La convivenza era praticamente finita già da diversi mesi. Pingo era ritornato in Sicilia, ma qualche giorno prima dei fatti aveva deciso di rientrare a Torino. Ufficialmente, per degli accertamenti clinici. Avrebbe però cercato di convincere la compagna a riprendere il loro rapporto. I due figli si erano appena allontanati da casa, quando il cinquantottenne si è accanito contro la donna.
I fendenti l’hanno ferita soprattutto al viso ed è stato necessario un intervento chirurgico. Proprio Pingo, ancora con il coltello in mano, ha chiesto l’intervento dei carabinieri che l’hanno arrestato.