“Voleva ucciderlo”, l’omicidio Peritore: chiesti trent’anni per Cinardi

 
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Maurizio Peritore è stato ucciso in via Attica

Gela. Trent’anni di detenzione al cinquantunenne Giuseppe Cinardi, accusato dell’omicidio del cognato trentatreenne Maurizio Peritore. E’ la richiesta formulata dal pm Luigi Lo Valvo al termine della sua requisitoria davanti al giudice dell’udienza preliminare Paolo Fiore. Peritore venne trovato ormai senza vita tra le palazzine popolari di via Attica. In base a quanto ricostruito dai magistrati della procura e dai carabinieri del reparto territoriale, Cinardi l’avrebbe più volte colpito con un coltello, al culmine di ripetuti litigi. I due si sarebbero affrontati dopo che Peritore si accorse che i pneumatici della propria auto erano stati tagliati di netto. Accusò Cinardi e spuntarono anche i coltelli. L’imputato, difeso dall’avvocato Salvo Macrì, ha sempre negato di aver avuto con sé delle armi e ha optato per il giudizio abbreviato. Agli investigatori ha invece raccontato di essersi difeso, riuscendo a strappare una delle lame dalle mani di Peritore. Sarebbe stato colpito per primo. Dopo l’autopsia sul cadavere del trentatreenne, è emerso che fatale fu un fendente al petto. Quella sera, c’era anche la moglie della vittima che sarebbe stata ferita dall’imputato. Oltre che dell’omicidio, Cinardi deve rispondere del possesso dei coltelli, del ferimento della donna e del danneggiamento dell’auto.

Per i pm della procura, in aula anche con il procuratore capo Fernando Asaro, l’imputato avrebbe agito con l’intenzione di uccidere. Tesi invece esclusa dalla difesa. La condanna di Cinardi è stata chiesta dai banchi delle parti civili. La madre e il fratello di Peritore sono in giudizio con gli avvocati Giacomo Ventura e Maria Elena Ventura. Anche per i familiari, quanto accaduto in via Attica sarebbe da collegare alla volontà di uccidere manifestata da Cinardi, attualmente detenuto nel carcere di Balate. In aula, si tornerà a fine maggio, quando la difesa esporrà le proprie conclusioni a supporto dell’imputato.

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