Faida tra famiglie per droga e armi, arrestati tre niscemesi

 
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Niscemi. Tre pregiudicati niscemesi sono stati arrestati dalla Polizia con l’accusa di traffico di droga e detenzione di armi. Destinatari del provvedimento giudiziario sono Gaetano e Pasquale Bergamo di 40 e 21 anni e Giovanni Galanti di 28. A Gaetano Bergamo, già recluso in carcere per altri episodi, la misura è stata notificata ed eseguita in galera in quanto ritenuto responsabile di diversi episodi di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi clandestine. Applicata a suo carico la misura coercitiva degli arresti domiciliari per il reato di danneggiamento seguito da incendio.

Pasquale Bergamo è accusato di diversi episodi di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti e di detenzione illegale di armi clandestine. Giovanni Galanti è stato arrestato e posto ai domiciliari, in applicazione della misura coercitiva emessa nell’ambito dello stesso procedimento, per il reato di danneggiamento seguito da incendio. Le indagini sono state coordinate dalla Procura del tribunale di Gela.

In conferenza stampa il procuratore Fernando Asaro ha spiegato come si è sviluppata la faida tra le famiglie Bergamo-Cannizzo. “A Niscemi – ha detto –  si era scatenata una rivalità selvaggia tra famiglie, con episodi incendiari per questioni sentimentali”.  Sono state bruciate anche delle abitazioni. Secondo il procuratore A Niscemi servirebbero più maestri elementari che procure per assicurare educazione alla legalità.

Il Questore Giovanni Signer ha sottolineato anche questa volta nessuna collaborazione da parte dei cittadini.

Il pm Federica Scuderi ha evidenziato come la famiglia Bergamo organizzava corrieri per l’acquisto di cocaina a Catania. Il lavoro del commissariato Niscemi é stato capillare. Per il singolo atto incendiario venivano pagate delle persone. Particolare curioso: Giovanni Galanti si vantò in una intercettazione di un incendio compiuto definendolo “come un quadro di Picasso”.

Alessandro D’Arrigo, commissario polizia di Niscemi ha aggiunto come i Bergamo avevano a disposizione armi clandestine. “Abbiamo bisogno della collaborazione della gente perbene”.

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