Gela. Domenica di primarie per i dem locali che però, anche questa mattina, erano molto più impegnati a cercare di organizzare la proposta elettorale in vista delle amministrative piuttosto che a contendersi voti e preferenze per la segreteria e l’assemblea nazionale (che comunque conteranno negli equilibri interni). Ufficialmente, si dicono sorpresi dall’affluenza ritenuta “superiore alle aspettative”. Erano tutti nei pressi del gazebo allestito nel cuore di corso Vittorio Emanuele, nonostante l’incastro giusto non ci sia ancora. C’erano il segretario cittadino Peppe Di Cristina e i suoi riferimenti principali. C’erano gli ex consiglieri del partito che stanno sostenendo la segreteria (Guido Siragusa, Romina Morselli e Carmelo Orlando), ma c’erano anche i dem schierati con la candidatura di Maurizio Martina (Giampaolo Alario e Stefano Scepi). Tra gazebo e interlocuzioni, non sono mancati il deputato regionale Giuseppe Arancio e l’ex parlamentare regionale Calogero Speziale. I dem, probabilmente, non si aspettavano la porta in faccia chiusa dall’imprenditore Maurizio Melfa, che è già riuscito ad ottenere il sostegno di una parte dell’area locale di centrosinistra. L’ex assessore i partiti non li vuole e il Pd a questo punto difficilmente potrà ritornare a trattare con il gruppo di “Ripartiamo da zero”, nonostante il tentativo di smorzare i toni che questa mattina (sempre tramite social) Melfa ha cercato di far passare. Agganciarsi al treno dell’imprenditore era una soluzione che in casa Pd veniva vagliata. Di Cristina e i suoi, inutile nasconderlo, rischiano di trovarsi con una lista potenzialmente forte ma senza il carro elettorale che possa condurli almeno al ballottaggio. Il “civico” Greco, fino a prova contraria appoggiato dagli altri fondatori del progetto, da Forza Italia “ufficiale” di Michele Mancuso e dall’Udc, rimane tra le opzioni. Il simbolo, però, è un particolare non secondario. Se Mancuso rimasse su Greco, ottenendo l’autorizzazione a usare il simbolo del partito, per i democratici si aprirebbe un vero e proprio caso politico. Come spiegare azzurri e dem, con relativi simboli, uniti a supporto dell’avvocato?
Di Cristina e lo zoccolo duro del partito vorrebbero evitare una situazione di questo tipo. Se le primarie, come pare ormai quasi scontato, decreteranno la vittoria di Nicola Zingaretti, sarà ancora più difficile giustificare la “squadra” insieme ai berlusconiani. In questi giorni, Di Cristina si sta giocando tutte le carte per prendere in mano il partito provinciale e presentarsi come quello che ha fatto l’alleanza con Forza Italia potrebbe essere un esordio non proprio auspicabile. Tra le fila dem, seppur meno rispetto al passato, gli scontenti ci sono e senza soluzioni concrete da mettere sul tavolo, potrebbero anche chiedere a Di Cristina di prendersi le responsabilità del caso, magari candidandosi lui stesso. La pista della soluzione più marcatamente connotata non è stata depennata, anzi. I dem, messi alle strette, potrebbe chiudere su un candidato che possa trascinare gli altri non allineati. In questi giorni, i tentativi ci sarebbero stati ma è difficile, con così poco tempo a disposizione, allestire una soluzione che convinca i potenziali alleati. Le soluzioni sono poche e il Pd, forse, si è fidato troppo delle “disgrazie” politiche altrui, facendosi ammaliare dal miraggio delle alleanze ampie.
Speriamo che la popolazione nn vota cn gli occhi chiusi, Gela in questo consiglio comunale ha avuto veramente la fezza della politica. Ci vuole prima conoscenza della politica e soprattutto umiltà e interesse del proprio paese. Tanti politici nn hanno