Gela. La decisione potrebbe arrivare ad inizio aprile. I giudici del collegio penale del tribunale, presieduto da Miriam D’Amore (a latere Tiziana Landoni e Angela Di Pietro), dovranno valutare la posizione processuale del ventiduenne Grazio Pizzardi, accusato del tentato omicidio di un coetaneo, tra le strade del quartiere Sant’Ippolito. Il perito nominato su richiesta del difensore, l’avvocato Carmelo Tuccio, ha intanto illustrato in aula l’esito degli accertamenti condotti sull’imputato. “Non ho riscontrato disturbi di personalità – ha detto rispondendo anche alle domande del legale Francesco Cottone – ed escludo ritardi mentali. Non è dimostrabile che soffrisse di uno scompenso psicotico al momento dei fatti”. Lo specialista quindi ritiene che il giovane imputato abbia agito, sparando contro il rivale, pur consapevole delle eventuali conseguenze. In base a quanto emerso dalle indagini, tra i due c’erano già stati forti dissapori e non è da escludere che il ventiduenne fosse stato picchiato, per poi tentare la vendetta. Il giovane rimasto ferito è parte civile, con l’avvocato Giuseppe Fiorenza.
La difesa di Pizzardi, però, ha sottolineato l’esistenza di una discrepanza tra quanto accertato dallo specialista e una precedente relazione, rilasciata in un altro procedimento penale sempre a carico dell’imputato, con la quale invece viene esclusa la sua capacità psichica. Elementi che verranno verificati dai giudici al momento di decidere. Alla prossima udienza, toccherà anche al pm Ubaldo Leo esporre le proprie conclusioni. Per i carabinieri che hanno condotto le indagini, il giovane ferito si sarebbe salvato solo perché la pistola modificata impugnata da Pizzardi si sarebbe inceppata. Venne colpito ad un braccio, riuscendo poi a darsi alla fuga.