Reggio Calabria. Quanto accaduto dopo il fischio finale di Palmese-Gela, seppur considerato solo unilateralmente dalla giustizia sportiva con pesanti squalifiche ai danni di tre calciatori biancazzurri, non è passato inosservato agli occhi dei funzionari della questura di Reggio Calabria. Sono stati emessi sei Daspo ai danni di dirigenti e tifosi della Palmese. Vengono ritenuti responsabili a vario titolo di aver scavalcato la recinzione che separa le tribune dal rettangolo di gioco, essere entrati in campo e aver aggredito con calci e spintoni i giocatori siciliani che stavano festeggiando la vittoria della partita. Il primo provvedimento, della durata di un anno, è stato emesso nei confronti di E.N., 26enne dirigente sportivo della società, per aver istigato i giocatori avversari, innescando una mischia; il secondo, di due anni, nei confronti di L.P., 34enne anch’egli dirigente sportivo della stessa squadra e che si era scagliato contro i giocatori del Gela aggredendoli con calci.
Gli altri quattro sono stati emessi per la durata di tre anni nei confronti di altrettanti sostenitori della Palmese per aver scavalcato la recinzione che separa le tribune dal rettangolo di gioco ed aver invaso il campo: O.C. e D.F.V. entrambi 19enni; A.C. di 21 anni e A.G. di 18 anni, gli ultimi due pronipoti del defunto boss Domenico Alvaro detto “Micu U Scagghiuni”. Anche per queste persone permane l’obbligo di firma.
Ma l’ arbitro cosa ha visto? Tre giornate hai nostri giocatori solo perché si sono difesi
e’ scandaloso