Gela. Una scissione generata solo da “protagonismo”. Le “prime donne” di Forza Italia se ne vanno e il coordinatore provinciale azzurro Michele Mancuso gli dà il benservito. I forzisti del gruppo Bartolozzi-Federico cambiano aria, probabilmente aderendo ad un’intesa di centrodestra che gli garantisca più spazio di manovra. “Creare divisioni all’interno del centrodestra – dice – in questo frangente politico equivale a prestare il fianco a un’irrefrenabile corsa verso la sconfitta. Più volte ho invitato a ripartire dal tavolo del confronto e del dialogo, promuovendo candidature super partes, che permettano di uscire dall’assurda spirale fatta di provocazioni che sta solo esaltando la deriva populista. Che si torni a discutere di un serio e coeso programma di governo per il bene del territorio, piuttosto che dare adito a smanie di protagonismo, che non fanno altro che allontanare la gente dalla politica. No a prime donne. Chi antepone i propri interessi a quelli dei cittadini perde di credibilità”. L’ex capogruppo in consiglio comunale Salvatore Scerra, da sempre uomo di fiducia di Pino Federico e addetto dello staff del vice-presidente della Regione Gaetano Armao, e gli altri consiglieri uscenti Sara Cavallo (ex grillina poi transitata in Forza Italia) e Crocifisso Napolitano (durante il suo ultimo mandato al centro delle polemiche a causa dell’assunzione del figlio in Tekra), seguiranno Pino Federico che da tempo ha rotto con Mancuso. Vecchie ruggini rese ancora più pesanti dalla sconfitta subita dall’ex presidente della provincia, che ha dovuto incassare l’ingresso di Mancuso all’Ars, aiutato soprattutto dai voti ottenuti in città nel corso delle regionali di due anni fa. Federico, che ha tentato anche la carta delle legislative dello scorso anno senza farcela, vuole comunque un ruolo importante e i vincoli di Mancuso gli stanno stetti, sempre che riesca a trovare qualcuno che dopo decenni di presenza in ogni competizione elettorale gli possa ancora dare spazio. Ha tentato approcci un po’ con chiunque, a cominciare dal Partito Democratico, per poi negarli. Adesso, potrebbe provarci con l’ala più a destra della coalizione, con il tacito assenso della deputata nazionale Giusi Bartolozzi e del vice-presidente della Regione Gaetano Armao, che hanno in questo gruppo di fuoriusciti il loro principale contatto politico locale.
“Di una cosa sono certo – continua Mancuso – non si tratta di fuoriuscita dal partito perché in realtà, in tutta la loro vita politica, i tre ex consiglieri non hanno mai avuto la tessera di Forza Italia”. Insomma, forzisti giusto per convenienza politica, almeno fino ad oggi. “Mi spiace constatare che il vice-presidente della Regione, che fino ad ora ritengo essere di Forza Italia, si rivolga alla città come se appartenesse ad un altro partito – conclude Mancuso rivolgendosi ad Armao – invito tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti di Gela a mettere da parte il proprio ego. Abbiamo una responsabilità nei confronti dei cittadini e degli elettori, ovvero garantire la svolta, a cominciare dalla grande opera portuale che vogliamo portare a termine. Per riuscirci, però, occorre coesione e lavoro di squadra, non prime donne che antepongono il proprio interesse a quello della collettività. Ribadisco il mio invito al dialogo in tutta la coalizione di centrodestra per lavorare a un’unica candidatura che non può che essere espressione per ognuno di noi, dei rispettivi riferimenti regionali”.
Sarebbe stato al suo posto, all’interno di forza Italia, Federico doveva dimostrare che lui avrebbe prevalso con l’elezione dei suoi fedelissimi. Quindi oggi Prima delle amministrative 1 a zero per Mancuso.
Alla fine anche Mancuso si è reso conto di verso quali motivi ” nobili ” si muovono tanti ex consiglieri comunali e personaggi ” politici_”
Lo avevo detto qualche settimana fa …….
Federico, salta da partito in partito. meno male qualcuno ogni tanto se ne accorge e il gioco non sempre gli riesce. vi invito a contare quanti partiti/movimenti ha cambiato negli ultimi 10 anni……..