Gela. Quattro imputati sono già stati rinviati a giudizio dal gup del tribunale di Caltanissetta, gli altri invece hanno scelto il rito abbreviato. Sono tutti stati coinvolti nell’inchiesta antimafia “Mutata arma”. I pm della Dda di Caltanissetta e i poliziotti della mobile nissena e del commissariato di Gela ritengono di aver individuato gli armieri della famiglia Rinzivillo. Non solo le armi modificate, però, dato che i coinvolti avrebbero avuto la disponibilità di droga. Sono stati seguiti per mesi dagli inquirenti, che ne hanno ricostruito i presunti canali criminali. Nell’inchiesta sono finiti Carmelo Vella, Graziano Vella, Angelo Gagliano, Orazio Davide Faraci, Rosario Vitale, Davide Pardo, Salvatore Graziano Biundo, Massimo Castiglia, Majch Vella, Andrea Tomaselli e Luigi Barone. Alcuni degli imputati che verranno giudicati dal gup, per il tramite dei difensori, hanno prodotto memorie difensive, nelle quali danno la loro versione dei fatti.
Ad inizio marzo, toccherà invece ai pm della Dda esporre le richieste, al termine della requisitoria. Sono in totale sette i presunti affiliati al gruppo la cui posizione viene vagliata dal giudice nisseno. La famiglia avrebbe avuto pieno accesso ad armi modificate in un laboratorio artigianale, scoperto dai poliziotti della mobile di Caltanissetta e da quelli del commissariato. Le armi, in base alle accuse, venivano poi collaudate in un improvvisato poligono, ricavato in un’area rurale. Sono state ricostruite trasferte anche per l’acquisto di droga. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Salvo Macrì, Enrico Aliotta, Cristina Alfieri, Giuseppe Fiorenza, Rocco Cutini, Ignazio Raniolo, Giuseppe Cascino e Francesco Villardita.