Gela. Quasi sette milioni di euro che il Ministero della giustizia dovrebbe versare nelle casse del Comune per coprire i costi che negli anni l’ente ha sostenuto per il palazzo di giustizia e per gli uffici annessi, oltre a quelli del personale. Un maxi credito, quello vantato dal municipio, che due anni fa spinse l’ex giunta Messinese ad incaricare un legale, con il compito di avviare l’azione di recupero delle somme. Il contenzioso tra Comune e ministero però è destinato a protrarsi. Il commissario Rosario Arena, dopo un consulto con i funzionari dell’ente, ha confermato il mandato all’avvocato Vincenzo Iannì. Seguirà i procedimenti che decine di comuni italiani hanno già avviato al Tar Lazio, contestando il decreto del consiglio dei ministri che nella ripartizione dei fondi a copertura delle spese obbliga gli enti che abbiano contenziosi a rinunciarci.
Per ricevere il contributo a copertura delle spese di giustizia (per Gela fissato in 1.412.927,05 euro), con un importo annuo di 47 mila euro, Palazzo di Città dovrebbe rinunciare al maxi credito da quasi sette milioni di euro. Un vincolo respinto non solo dal Comune di Gela ma anche da tanti altri enti italiani che sono sede di tribunali e uffici giudiziari. A questo punto, il municipio si costituirà in uno dei venti giudizi attivati davanti al Tar Lazio, con l’obiettivo di ottenere lo stop del provvedimento governativo e la possibilità di procedere nell’azione di recupero del maxi credito mai arrivato in cassa.