Gela. Il flop del maxi progetto “Ciliegino”, sul quale aveva puntato ormai sei anni fa soprattutto la cooperativa Agroverde, potrebbe aprire nuovi risvolti. Addirittura, in municipio stanno pensando all’ipotesi di restituire la piena proprietà a chi è stato espropriato. I terreni di contrada Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio, dove almeno sulla carta sarebbe dovuto sorgere il mega sistema agro-fotovoltaico, ritornerebbero ai legittimi titolari, che ne otterrebbero anche il pieno possesso. Una soluzione emersa durante un recente incontro tenutosi a Palazzo di Città, con il commissario Rosario Arena che ha voluto verificare lo stato dell’intera procedura. “Tutto dipende dalle autorizzazioni che erano state rilasciate ad Agroverde – dice l’avvocato Giuseppe Nicosia che è commissario liquidatore dell’associazione Airone – se risultasse effettivamente che Comune e Regione abbiano fatto decadere ogni diritto, allora il commissario potrebbe emettere un provvedimento che riassegni la piena proprietà a chi ha perso quei terreni”. In questo caso, toccherebbe all’azienda ancora interessata fare la propria proposta e coprire tutti i costi delle indennità, di modo da acquisire l’intera area. Dalla riunione è emerso l’interesse di una delle società che solo qualche tempo fa aveva fatto delle proposte, quando in municipio c’era ancora l’ex giunta Messinese.
Al momento, soprattutto dalla Regione, non è mai arrivato un atto ufficiale che certifichi la decadenza delle autorizzazioni nel tempo rilasciate ad Agroverde. A questo punto, gli espropriati potrebbero tornare in gioco diventando nuovamente proprietari di aree però drasticamente mutate a causa degli interventi di sbancamento successivi alla posa della prima pietra, rivelatasi solo un fuoco di paglia. Da anni, si sussegue una ridda di ipotesi. Ad oggi il mega progetto alternativo all’industria (così l’avevano presentato imprenditori e politici di turno) si è dimostrato un fallimento.