Gela. Nelle prossime ore, si ritornerà davanti al bar “Lory” a Caposoprano per accertare alcuni aspetti legati a quanto accaduto negli scorsi mesi, con l’incendio che ha danneggiato l’ingresso dell’attività commerciale. I pm della procura e i poliziotti del commissariato sono certi che ad agire sia stato il trentasettenne Giovanni Botta, adesso agli arresti domiciliari con l’obbligo del braccialetto elettronico. L’indagato verrà accompagnato sul luogo per ricostruire le stesse condizioni della notte dell’incendio. I vigilantes privati si accorsero del rogo, lanciando immediatamente l’allarme. Il successivo intervento dei poliziotti e dei vigili del fuoco ha evitato conseguenze peggiori. Il trentasettenne, tra i titolari di un’azienda impegnata nel commercio di farine, ha sempre negato di essere l’incendiario ripreso dai sistemi di videosorveglianza della zona. La sua identificazione viene contestata dalla difesa, sostenuta dall’avvocato Filippo Spina. Il legale è certo che l’uomo ripreso non sia Botta e ha insistito su alcuni particolari, ottenendo dal riesame la revoca della custodia cautelare in carcere.
L’esperimento giudiziale consentirà di acquisire ulteriori elementi investigativi. Chi ha agito indossava una tuta bianca da lavoro e scarpe da ginnastica, altri aspetti sui quali insiste la difesa per escludere che l’indagato abbia colpito. Tra le accuse, c’è anche quella di tentata estorsione.