Gela. “Cinque nuove unità per il commissariato” e qualche previsione di intervento per i sistemi di videosorveglianza. Una ricetta per la sicurezza in città proposta dal governo nazionale ma che non è piaciuta alla deputata di Forza Italia Giusi Bartolozzi che ieri ha contestato la risposta del sottosegretario Luigi Gaetti alla sua interpellanza. Che questi interventi non siano sufficienti lo spiega anche il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice, reduce dal congresso nazionale del sindacato. “Gela, come tanti altri comuni siciliani, ha urgente bisogno di sicurezza. È una sicurezza rivendicata dai cittadini liberi prescindendo da ruoli e funzioni, dai commercianti e dagli imprenditori – dice – Gela, come tante altre città siciliane, ha necessità di abbassare i costi derivanti dall’insicurezza urbana, così da aumentare la capacità finanziaria di investire in risorse umane. Il tema della sicurezza nelle città è uno di quelli affrontati anche a Bari, dove si è concluso da qualche ora il congresso nazionale della Cgil che ha visto l’elezione di Maurizio Landini a segretario generale. Da Bari ho seguito l’intervento appassionato e opportuno dell’onorevole Bartolozzi che ha rappresentato le rivendicazioni di una comunità condannata all’ansia sociale derivante dall’insicurezza. La risposta del governo nazionale è inadeguata, rappresenta per me la “non risposta”, non è in linea con il dramma sociale ben rappresentato da tutte le forze sociali, da quelle dei lavoratori a quelle datoriali che mesi fa hanno promosso una partecipata manifestazione. Dobbiamo convincerci che i posti di lavoro si perdono per tanti fattori, non solo la crisi aziendale, la superficialità nell’investimento, il mutamento delle condizioni di mercato e la mono stazione ma vi è un motivo generale che riguarda la non attratività del territorio e noi, tutti noi, non possiamo illuderci che gli investimenti che Eni sta realizzando siano l’unica economia possibile, Eni continuerà a realizzarli come da protocollo”.
Il segretario della Cgil quindi va oltre le appartenenze di schieramento, che certamente non vedono insieme il suo sindacato e Forza Italia, e sostiene le richieste della deputata per il territorio locale. “La risposta del governo nazionale a seguito dell’intervento dell’onorevole Bartolozzi ha evidenziato la miopia d’azione nel dare sicurezza a Gela, come da me sospettato e denunciato qualche settimana fa. Cinque unità in più al commissariato non sono la risposta che i cittadini si aspettavano, con loro tutte le organizzazioni sociali – conclude – L’onorevole Bartolozzi non va lasciata sola nella rivendicazione, per questo la Cgil a tutti i livelli, congiuntamente a tutte le forze sociali, non è disposta a ricevere notizie che hanno il sapore della disfatta, della non considerazione, della voglia di non capire cosa si vive nel profondo Sud. Pretendere un’economia libera significa occuparsi delle nuove generazioni, dei tanti giovani costretti a fare il trolley e andar via. Nessuno è felice di proporre l’esercito, trovo ridicolo e offensivo per l’intelligenza di tutti pensare di aver risolto il problema con cinque poliziotti in più o aumentare la videosorveglianza chiedendo ai commercianti di contribuire alle spese, tra l’altro tutte le attività hanno telecamere private pagate dai titolari. Cinque poliziotti in più è la certezza di non aver compreso la situazione, dato che molti andranno nel frattempo in pensione. Questa concezione ha valore anche per la spesa dei soldi pubblici, quindi anche per l’accordo di programma”. Quasi un invito ad unire le forze che arriva dal sindacalista, in attesa che Roma e Palermo si facciano sentire concretamente.