Gela. Il piano industriale illustrato dalla Raffineria di Gela fa discutere. Da un lato l’imponente investimento di 700 milioni di euro non può non essere visto con positività. Dall’altro ci si preoccupa per il risvolto occupazionale.
L’Eni ha chiaramente detto che non ci saranno tagli e che gli esuberi saranno indolore, ovvero accompagnamenti verso la pensione o mobilità lunga. In realtà, a conclusione del quadriennio la Raffineria dovrà ottimizzarsi con 700 unità nel diretto, ovvero 300 in meno all’attuale forza lavoro. La riduzione non sarà dolorosa perchè avverrà su base volontaria. C’è chi ha già chiesto di lavorare all’estero e chi invece ha già i requisiti per essere accompagnato alla pensione.
Positiva la reazione dei vertici di Confindustria Centro Sicilia, l’associazione che rappresenta le imprese delle province di Caltanissetta, Agrigento ed Enna, alla presentazione del progetto di rilancio del sito produttivo. “I 700 milioni di euro di investimenti sono la risposta più chiara e concreta che il Gruppo Eni poteva dare – dice Carmelo Turco, Presidente di Confindustria Centro Sicilia – in questo momento di profonda crisi, alle richieste della classe politica, degli imprenditori e dei lavoratori di non delocalizzare e di credere nella storia e nella volontà dell’impianto gelese di divenire in pochi anni un modello di efficienza e di competitività nel panorama dell’industria della raffinazione”.
“Nei prossimi quattro anni – continua Turco – per il periodo previsto per la realizzazione degli interventi di riconversione sulla produzione di gasolio e modernizzazione della Raffineria, ci attende una sfida molto difficile, che può essere affrontata solo facendo squadra e remando tutti nella stessa direzione. Il progetto di ristrutturazione della Raffineria è tanto ambizioso quanto inevitabile, se si vuole garantire non solo la temporanea sopravvivenza dell’industria manifatturiera nella Sicilia centro-meridionale ma un percorso strutturale che porti la Raffineria di Gela a divenire un polo industriale moderno, efficiente, dotato di impianti tecnologicamente all’avanguardia e in grado di giustificare l’investimento programmato. Il tutto con una attenzione massima alla salvaguardia dell’occupazione locale, alla sicurezza dei lavoratori e alla compatibilità ambientale delle strutture”.