Gela. Un centrosinistra “rafforzato” dall’apporto di gruppi che potrebbero decidere di puntare su un’alleanza elettorale più ampia, magari sganciandosi dall’orbita del centrodestra. Sono tante le ipotesi al vaglio, mentre il Pd inizia a darsi le prime scadenze e il tavolo alternativo dovrebbe riunirsi domani dopo il nuovo rinvio di oggi. Due riunioni slittate nell’arco di appena quarantotto ore, in attesa che tutti gli esponenti coinvolti possano partecipare. Al tavolo, almeno ufficialmente, non partecipa il Pd che però guarda con interesse peer poi avviare il confronto ufficiale. Un tentativo fuori dal cerchio dem che però dovrà dimostrare di poter sopravvivere, dato che già circolano voci di eventuali distanze sul nome da individuare come possibile candidato a sindaco. Nelle prossime ore potrebbero emergere nuovi particolari. “In questi giorni ho parlato con tutti i rappresentanti del centrosinistra cittadino, nessuno escluso – tiene a precisare il segretario dem Peppe Di Cristina – c’è la volontà di costruire un percorso. Il metodo di scelta? Se le primarie aggregano, allora sarò il primo a sostenerle. Ma credo che la questione cruciale non sia il nome quanto il perimetro politico al cui interno muoversi”. Di Cristina sa bene che al Pd servono alleati di un certo peso, altrimenti pensare di conquistare il municipio è quasi impossibile. Per ora, i dem stanno cercando di mettere a punto la struttura portante della lista da presentare e le chiavi principali del programma. “Servono contenuti – prosegue – dobbiamo parlare dei rapporti con Eni, delle politiche legate all’agricoltura, al turismo e al coinvolgimento dei giovani e anche di un sistema di tributi che tuteli i più deboli. Sono queste le armi politiche da usare contro i populisti”.
Tra una decina di giorni, quando sarà più chiaro l’esito scaturito dal tavolo alternativo, il segretario democratico potrebbe convocare i suoi. Il Pd deve iniziare a rompere il ghiaccio. Dalla segreteria del partito non lo dicono esplicitamente, ma è chiaro che attendono di valutare i prossimi passi dei “dissidenti” del centrodestra. La fronda forzista che contesta la gestione del coordinatore provinciale Michele Mancuso potrebbe decidere di prendere le distanze, correndo con liste proprie. In quel caso, si ricreerebbe una strategia politica simile a quella che ha portato alla sfiducia dell’ex sindaco Domenico Messinese, quando il gruppo Bartolozzi-Federico si ritrovò nello stesso schieramento dei dem. Così facendo, si aprirebbe un varco guardato con interesse pure da altri gruppi e la corsa verso le urne potrebbe tingersi di colori, magari non del tutto combacianti con quelli ufficiali dei partiti.